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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04082017-111638


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MENCHETTI, IACOPO
URN
etd-04082017-111638
Titolo
TERRITORI SOSPESI - alla ricerca di un metodo di studio per la conoscenza delle aree interne
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof.ssa Santini, Luisa
correlatore Prof.ssa Paone, Sonia
Parole chiave
  • Territori a bassa densità
  • Quadro Conoscitivo
  • Percezione sociale del territorio
  • Campagne
  • Aree interne
Data inizio appello
27/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tema che mi sono proposto di trattare in questo lavoro riguarda quei territori che più di altri sono stati protagonisti di ingenti trasformazioni nell’ultimo secolo ma che molto meno di altri hanno destato l’interesse degli esperti, e dei settori politico – culturali del nostro Paese. Sono i territori che un tempo avremmo potuto definire come aree rurali, e che oggi si trovano in una condizione da molti definita di post-ruralità. Essi in larga parte mantengono caratteristiche non urbane, ma sono tuttavia da tempo interessati da fenomeni economici, urbanistici, paesaggistici e sociali di grande trasformazione, che hanno portato via via a ridursi i principali connotati di un territorio rurale propriamente detto.
L’interesse per questa tematica mi riguarda direttamente: vivo da sempre infatti la condizione di abitante di un territorio come questo, che non presenta caratteri di estremo isolamento periferico rispetto a realtà urbane di rilievo provinciale o a poli e centri di servizio di valenza regionale, ma al contempo è da molto tempo interessato da dinamiche di diversa natura del tutto simili a quelle di aree che la terminologia contemporanea ha definito come svantaggiate.

Nel seguito del lavoro mi dedicherò con maggior precisione all’individuazione e alla definizione di queste categorie (territorio rurali e post-rurali, aree interne, aree svantaggiate, aree a bassa densità e territori di frazione) che interessano una larga parte della superficie nazionale in cui vivono svariati milioni di cittadini.

L’intento di questo lavoro non è però propriamente compilativo; non ci limiteremo cioè a caratterizzare i processi che hanno interessato e coinvolgono attualmente queste zone. Cercheremo piuttosto di proporre una delle indicazioni per lo studio e l’intervento di pianificazione e programmazione territoriale.
Iniziando quindi da una precisa descrizione dell’oggetto a cui ci riferiamo, procederemo con un esame critico della Strategia Nazionale per le Aree Interne, documento di indirizzo e operativo di iniziativa interministeriale ed europeo per l’intervento nelle cosiddette Aree interne. Dallo studio degli atti della Strategia, cercheremo di cogliere gli aspetti più controversi dell’approccio metodologico e del disegno territoriale che emerge dall’ individuazione delle suddette aree. In particolare, ai criteri e alle analisi effettuate in sede di mappatura delle aree interne, affiancheremo l’apporto di considerazioni di studio sulle medesime aree dell’urbanistica e della sociologia territoriale, discipline che non trovano posto nel lavoro della Strategia stessa. Dall’intersezione di questi molteplici contributi emergerà un quadro diverso dei territori “interni”; territori e aree non più remoti o isolati immediatamente immaginabili come interni, ma spesso più prossimi a poli o centri di interesse di scala provinciale e ciononostante protagonisti di dinamiche e problemi analoghi a quelli di zone molto più isolate o marginali.

L’approdo di questa prima fase del lavoro mostra quindi la necessità di una modalità integrata per l’individuazione di una categoria come quella delle aree interne, non più soltanto in funzione di criteri di prossimità rispetto a centri maggiori o sedi di servizio primarie ma anche secondo aspetti fondamentali sia per la corretta analisi storica di questi territori, sia soprattutto per la pertinente comprensione del presente di queste aree. Il tutto una scala territoriale che non necessariamente coincide con gli ambiti amministrativi minimi (confini comunali) ma esamina porzioni di comuni o aree a confine fra più comuni.
La seconda parte si dedica allo studio territoriale di un’area individuata secondo i criteri precedenti; l’Alta valle della Freddana, un territorio corrispondente a porzioni di quattro comuni della Provincia di Lucca, accomunate da caratteristiche fisiche, morfologiche e ambientali ma anche protagonista di complesse e comuni dinamiche socioeconomiche. Su tali caratteristiche le diverse prospettive di sviluppo proposte nei decenni dalle varie amministrazioni locali hanno composto un quadro oggi variegato, in cui a distanza di pochi chilometri e in un contesto ambientale sostanzialmente omogeneo, si notano evidenti difformità nelle caratteristiche urbane e produttive, nella distribuzione e presenza dei servizi, nell’immagine dei centri storici e nella vitalità sociale. Più in generale, a livello macroscopico, si riscontrano processi del tutto simili a quelli delle aree interne.
Su tali condizioni condurremo dunque un’analisi territoriale che alla luce della metodologia della strategia nazionale delle aree interne e grazie ai contributi disciplinari dell’urbanistica e della sociologia, individuerà delle indicazioni di pianificazione sul territorio in esame. Indicazioni e misure che potrebbero diventare contenuti importanti per strumenti di pianificazione che avvicinano le varie visioni dell’unico territorio della Valfreddana, finora percepito come espressione geografica più che comunità di abitanti e cittadini presenti e attivi sul territorio.
Un esempio concreto dunque di uno dei tanti territori sospesi di questo nostro Paese, nei confronti dei quali si impone la necessità di un approfondimento culturale e interdisciplinare capace di evitarne la rovina o l’oblio.