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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-04052017-164559


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RANFAGNI, GIULIA
URN
etd-04052017-164559
Titolo
La relazionalità tra reale e virtuale
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Galanti, Maria Antonella
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
Parole chiave
  • relazionalità
  • social network
  • sociologia
Data inizio appello
28/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tema della relazionalità entro la quale ciascuno costruisce se stesso comporta oggi una serie di interrogativi ai quali cercare risposte a partire da un complesso rapporto tra reale e virtuale, le due facce di una interazione diversa ma che, insieme, contribuiscono alla definizione dell’identità. Il problema si pone infatti sia da un punto di vista collettivo, sia individuale, visto come si stiano fortemente indebolendo i punti di riferimento tradizionali. Sul piano collettivo la globalizzazione, mentre abbatte barriere di ogni tipo, parallelamente mette in discussione il senso dello Stato, quale Istituzione da cui trarre norme di comportamento, indicazioni per la vita, ma anche un’identità costruita in relazione alla classe sociale, al gender, tutti elementi non più determinanti nella realtà contemporanea. Ne può derivare così la paura dell’esclusione, non soltanto del vivere ai margini, ma di non godere più di un senso di appartenenza. Se poi si guarda alla condizione del singolo individuo, abituato tradizionalmente a costruirsi nelle relazioni di vicinato, nei rapporti faccia a faccia, ora invece proiettato dal Web 2.0 in un cyberspazio, in una possibilità infinita di nuovi contatti e relazioni, si può comprendere come sia difficile godere di un’identità stabile quando addirittura su Facebook siamo in grado di dare di noi stessi immagini e profili assai diversi. Nasce da queste considerazioni il presente lavoro che intende approfondire il rapporto tra reale e virtuale entro un mondo in cui si oscilla tra aperture e chiusure, tra il desiderio di muoversi liberamente in ogni dove e al tempo stesso chiudersi in uno spazio individuale, nel quale sentirsi in grado di gestire una molteplicità indefinita di relazioni, possibili da interrompere quando si voglia. La ricerca sta dunque nel tentare una risposta a una domanda pressante, quella se esista ancora un’opposizione accentuata tra reale e virtuale, se i rapporti faccia a faccia abbiano ancora il peso e le modalità di manifestarsi tipiche di un tempo non molto lontano o se pure nella postmodernità sia tutto cambiato. È insomma pensabile ancora un virtuale che neghi il reale o almeno lo virtualizzi? Siamo di fronte a domande improrogabili, che chiedono intanto di ridefinire il concetto di identità nella relazione, pensando se la dicotomia tra reale e virtuale sia solo apparente e allora quale nuova relazione si debba istituire tra questi due mondi. Un lavoro di questo tipo porta inevitabilmente a porsi altre domande quali, ad esempio, quelle legate ai potenziali rischi presenti in un virtuale che, come contraltare, offre potenzialità smisurate di relazione. La cronaca dei nostri giorni porta in primo piano forme di adescamento in Rete, casi di pedofilia, furti di identità, fenomeni di cyberbullismo. C’è allora da chiedersi se questo tolga valore al virtuale o se invece non debba essere riproposto il tema della responsabilità individuale e collettiva, quindi una vera e propria rivisitazione dell’etica. Sono queste le domande a cui il lavoro di tesi ha cercato di dare qualche risposta su un tema di riflessioni da portare avanti sia per non demonizzare il virtuale e dare il giusto peso al reale, sia per non favorire lo sviluppo di un individualismo esasperato come risposta al tema dell’esclusione, sia soprattutto per ridare consistenza alla responsabilità di tutti. Così, nel primo capitolo si affronta il tema della relazionalità quale fondamento della costruzione dell’identità in una società complessa, tenendo particolarmente conto delle tesi di Bauman, che portano a pensare la società come un mondo “liquido” in cui tutto cambia rapidamente e nel quale occorre reiventare l’identità a partire da spazi virtuali senza tuttavia rinunciare ai corpi, mentre nel secondo capitolo si esamina il tema della comunicazione e formazione nel digitale. L’intento è quello di individuare non soltanto quanto il mondo della Rete goda di una sua realtà e di un suo spazio, ma anche come si ponga ora il rapporto tra online e offline, senza dimenticare il problema di fondo che è quello della formazione, tanto da richiedere l’integrazione di più Scienze e non soltanto quella dell’educazione. Per dare concretezza all’argomento ci si richiama a alcune ricerche del Censis che indagano sul ruolo assunto dal Web 2.0 nella vita di adolescenti e giovani. Così il discorso si snoda su approfondimenti necessari riguardanti la relazione all’interno della Rete, con particolare riferimento ai social network, da Facebook a Twitter fino a Instagram ma anche alle chat e ai blog entro i quali la maggior parte delle persone stabilisce rapporti di breve o lunga durata a seconda dei bisogni contingenti e degli interessi; da qui anche il ruolo delle community nel cyberspazio. È quanto si discute nel terzo capitolo, anche in questo caso richiamandosi a indagini e studi significativi nell’ambito della Ricerca, per poi soffermarsi sul tema della sicurezza nei social network e dei pericoli che si possono incontrare ben al di là dei Codici di auto regolamentazione e di carattere deontologico.
Siamo spesso nell’ambito di un uso scorretto dei social network tanto da testimoniare il forte richiamo all’etica della responsabilità che costituisce l’argomento centrale del quarto capitolo.
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