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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03282017-142514


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TAGLIASACCHI, ALESSANDRA
URN
etd-03282017-142514
Titolo
Lettura di Cenere di Grazia Deledda. Il romanzo e l'opera.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUA E LETTERATURA ITALIANA
Relatori
relatore Prof. Curti, Luca
correlatore Prof. Pacca, Vinicio
Parole chiave
  • società pastorale nuorese
  • premio nobel
  • romanzo del '900
  • Cenere
  • Grazia Deledda
Data inizio appello
28/04/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La mia tesi di laurea propone un'analisi accurata del romanzo Cenere di Grazia Deledda, tenendo presente i tratti peculiari di una scrittrice profondamente influenzata dall’ambito regionale di quel tempo, e di Nuoro in particolare, nel quale visse ed operò. La Sardegna del Novecento si presenta come una regione completamente estranea alla nuova nazione italiana, la società pastorale nuorese conserva gli aspetti più arcaici, poiché gelosa dei propri usi e costumi minacciati dal progresso del forte stato italiano.
La Deledda si fa portavoce del suo popolo, esprime molto attentamente le passioni, i tormenti, i desideri di un mondo ancora primitivo, partecipa alle sofferenze dei suoi personaggi, spesso protagonisti dei romanzi o delle novelle. Come Anania, protagonista di Cenere, anche Grazia Deledda nutre la speranza di aprirsi alla novità, ma allo stesso tempo è consapevole di non poter definitivamente tradire quei luoghi e quelle leggi, ferree e limitanti, tramandate di generazione in generazione, che erano state il mezzo principale per custodire il patrimonio culturale sardo. Grazia Deledda ha avuto il coraggio di emanciparsi sia come donna che come scrittrice-femmina, il suo messaggio è un esempio brillante di come una semplice ragazza di campagna da autodidatta possa, con volontà e desiderio di gloria letteraria, diventare la più importante espressione di un ambiente estremamente refrattario al cambiamento epocale: la Sardegna di metà Novecento.
Il suo valore di scrittrice spesso è stato sottovalutato se non addirittura svilito, almeno in patria. La Deledda è stata la prima – per ora, la sola - donna italiana a ricevere il premio Nobel per la letteratura: sarebbe ingiusto e imprudente dimenticarlo.
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