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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03262010-111810


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
OBEROSLER, MARCO
URN
etd-03262010-111810
Titolo
Gli Interventi Civili di Pace: la Nonviolent Peaceforce in una prospettiva storica
Dipartimento
INTERFACOLTA'
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO, MEDIAZIONE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Prof. Drago, Antonino
Parole chiave
  • pace
  • nonviolenza
  • peacekeeping
  • peacebuilding
Data inizio appello
22/04/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/04/2050
Riassunto
L’argomento di questa tesi è lo studio della capacità politica di intervento nonviolento nelle crisi internazionali da parte di organismi non governativi, appartenenti al Movimento per la Pace. Nello specifico, tra le tante realtà di movimento, focalizzo l’attenzione su quelle che preparano i loro interventi attraverso una precisa progettazione teorica, in modo da unire azione e riflessione; cioè quelli che mostrano maggiore maturità. Perciò verranno considerati i casi dello Shanti Sena, delle Peace Brigades International e della Nonviolent Peaceforce.
Nel primo capitolo ripercorro rapidamente la progressione storica degli interventi civili di pace su grande e su piccola scala a partire dagli anni ’30 del XX secolo e fino ad arrivare alla costituzione di Nonviolent Peaceforce. Il progetto di creare una forza civile nonviolenta stabile in grado di operare in contesti di conflitto trova un precedente autorevole nell’esperienza dello Shanti Sena: l’esercito di pace immaginato da Gandhi e concretizzato dai suoi maggiori discepoli indiani, Vinoba Bhave e Jayaprakash Narayan. A questa esperienza, più duratura e numericamente molto più consistente degli altri interventi nonviolenti, dedico uno studio approfondito.
La sintesi concettuale del Nonviolent Peaceforce Feasibility Study viene presentata nel secondo capitolo. Inoltre i dieci anni trascorsi dalla pubblicazione dello studio permettono di dare, nelle conclusioni, una prima valutazione dei risultati raggiunti dall’organizzazione.
Nel terzo capitolo, tenendo in considerazione le criticità che si incontrano nel voler impostare una metodologia di valutazione politica e sociale degli interventi civili di pace, valuto la continuità/il distacco tra queste due esperienze collettive nonviolente attraverso delle griglie di analisi di mia invenzione che permettono un loro confronto sistematico. Inoltre, nel par. 3.3.5, propongo una tabella di parametri (che comprende anche l’esperienza delle Peace Brigades International) applicabile allo studio degli interventi civili di pace in generale.
Nei paragrafi 3.4 e 3.5 cerco invece di valutare la continuità/il distacco tra le varie basi teoriche che sono a monte dell’intervento civile. Per fare questo analizzo in modo comparativo il pensiero di quattro teorici dell’intervento civile di pace: Alberto L’Abate, Jean-Marie Muller, Antonino Drago e Christine Schweitzer. Valuto infine se sussista o meno la possibilità di una convergenza di posizioni, quantomeno a livello teorico, rispetto ai caratteri che l’intervento civile di pace dovrebbe avere.
Infine cerco di precisare l’importanza dello studio di fattibilità della Nonviolent Peaceforce e della sua esperienza, nel quadro più ampio dell’attuale politica per la Pace delle istituzioni statali e sovrastatali, arrivando a delle valutazioni su cosa ha rappresentato l’iniziativa suddetta dalla sua fondazione ad oggi.
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