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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-03262007-202428


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
Melani, Gino
Indirizzo email
giemme66_m@libero.it
URN
etd-03262007-202428
Titolo
Studio per un processo di avvio di una fattoria sociale
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
PROGETTAZIONE E PIANIFICAZIONE DELLE AREE VERDI E DEL PAESAGGIO
Relatori
Relatore Dott. Nali, Cristina
Relatore Dott. Vernieri, Paolo
Parole chiave
  • fattoria sociale
  • processo
  • studio
Data inizio appello
16/04/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Da sempre, il contesto agricolo è stato anche il luogo di inclusione di soggetti portatori di disagio sociale, fisico o psichico. Il modello agricolo familiare, che ha storicamente caratterizzato l’agricoltura, ha da sempre svolto un fondamentale ruolo nell’organizzazione sociale delle comunità rurali e in particolare nel farsi carico, dei bisogni di soggetti deboli, vulnerabili o, per meglio dire, con bisogni speciali. Per questo possiamo attribuire all’attività agricola una funzione “sociale”, intesa anche come funzione “didattica” e di inserimento lavorativo. Le attività agricole presentano infatti alcune peculiarità; una caratteristica che rende l’azienda agricola un contesto potenzialmente inclusivo di soggetti fragili riguardo all’organizzazione dell’unità di produzione, che può essere estremamente duttile: gli ordinamenti produttivi possono essere scelti tra un ventaglio molto ampio di possibilità che includono attività in pieno campo e al coperto, di coltivazione e di allevamento.
Anche i recenti mutamenti dello scenario economico-sociale dell'agricoltura europea contemporanea, inducono a cercare nuove opportunità che non siano esclusivamente legate al sistema produttivo, ma si rivolgano anche all'elargizione di servizi alle persone e al territorio.
Il panorama europeo ha già consolidato varie esperienze di inclusione di soggetti a bassa contrattualità e in Italia si vanno affermando numerose esperienze sulla scia di pionieristici interventi attuati soprattutto in Olanda e Gran Bretagna.
L'attuazione di nuove procedure di welfare, impongono il ripensamento di specifiche forme di tutela di soggetti con disagio, senza però appesantire un sistema pachidermico e senza obbligare a forme di protezione passive, volte cioè a inibire la condizione dell'essere delle persone portatrici di disagio. Quindi inclusione in processi produttivi concreti, reali e non fittizi, in cui l'operato quotidiano sia vissuto come effettivo ruolo protagonista in un contesto che alla fine dia dei concreti risultati tangibili ,sia per i soggetti inseriti in tali percorsi terapeutico-riabilitativi che per la restante parte della società. Ma c'è di più: accanto a tali molteplici opportunità le Fattorie Sociali presentano notevoli possibilità di sviluppo legate alla commercializzazione dei propri prodotti alimentari, che non portano i segni di eventuali difficoltà delle persone che li hanno prodotti. Esse sono, quindi, l'elemento più moderno di un'agricoltura etica e responsabile e rappresentano un ideale punto di raccordo tra le attività del cosiddetto Terzo settore e le nuove esigenze di multifunzionalità dell'impresa agricola.