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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03252014-204237


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BIASCI, GIULIA
URN
etd-03252014-204237
Titolo
Diderot: la scrittura del corpo. Erotismo, malattia ed estasi.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERATURE E FILOLOGIE EUROPEE
Relatori
relatore Prof. Iotti, Gianni
correlatore Prof.ssa De Jacquelot Du Boisrouvray, Hélène Marie
Parole chiave
  • erotismo
  • Diderot
  • corpo
  • sensibilità
  • jouissance
  • alienazione
  • estasi
  • malattia
Data inizio appello
23/04/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'analisi dell'opera eterogenea di Diderot mostra come alla cesura tra dogmatismo razionalistico e relativismo conoscitivo, avvenuta nel clima culturale europeo del XVIII secolo, risponda una sostituzione del corpo macchina misurabile, regolato dall'equilibrio degli umori e imprigionato in un netto dualismo costitutivo, con il corpo come fascio di nervi sensibili atti a garantire la comunicazione costante tra le due sfere di psiche e soma, riunite in un organismo ordinato ed inscindibile nelle sue parti. Se l'essere umano, per Diderot, si definisce come un organismo in cui la nuova unità di corpo sensibile e di anima privata di valore ontologico, diviene fondamento della conoscenza empirica della complessità del reale e del sé, a quella stessa unità interiore consegue una possibilità di condizionamento tra le due sfere, psichica e somatica. Da un lato allora, i sensi e la conformazione del corpo si fanno fondamento delle idee, anche di quelle più puramente intellettuali, dall'altro, le passioni dell'anima condizionano la conformazione di un corpo che diviene schermo semiotico sul quale scrivere messaggi e attraverso il quale comunicare determinati contenuti. Nel periodo di piena crisi dei generi letterari, dei quali si assottigliano i confini in un autore eccentrico come Diderot, la scrittura, ed in particolare quella del romanzo che sta rinascendo dalle proprie macerie, rinuncia in parte alla propria “razionalità” e si somatizza aderendo agli atti e alle movenze di un corpo sfuggente e mutevole che, per parte sua, cede a qualcuno degli attacchi regolatori e si semiotizza per aprirsi ad un dialogo con l'altro. In questa dialettica tra corpo e linguaggio si alternano vicendevolmente vittorie e sconfitte nell'universo orientaleggiante de Les Bijoux indiscrets, tra i cupi corridoi dei monasteri de La Religieuse e nel viaggio a cavallo di Jacques le fataliste et son maître. Se un corpo dalla debordante pulsionalità erotica è reso quasi sempre in maniera implicita perché illuminato dal sorriso ammiccante dello scrittore, quello stesso corpo grida perché i suoi diritti vengano rispettati di fronte alla repressione che le istituzioni sociali e religiose esercitano sulla legge di natura. Ecco che allora la sintomatologia di un corpo malato, rompe per un momento l'unità interna di psiche e soma e il corpo alienato impone il proprio ritmo debordante alla narrazione. Ebbene, se la società impone limiti che castrano la natura pulsionale dell'uomo che sembra possa trovare la propria felicità solo conformandosi alle leggi di natura, i personaggi che si muovo nell'universo romanzesco di Diderot trovano una possibilità di liberazione e di riscatto anche nella relazione e nella comunicazione empatica con l'altro. È in quei momenti di jouissance epistemofilica, cui conduce una speculazione filosofica e conoscitiva la quale si erotizza in Diderot facendosi dialogo con l'altro, che si dovrà cercare il raggiungimento di un vero stato di felicità. Questi momenti che si avvicinano tanto all'estasi, sottraendo l'individuo alla dimensione temporale e spaziale, permettono di creare una nuova unità interna al soggetto il quale si definisce come pura percezione sensoriale e quindi razionale, fluendo nel tutto e di fatto facendo scorrere il tutto in lui.
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