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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03232008-230340


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
FRANCESCONI, SARA
URN
etd-03232008-230340
Titolo
Storia della miniatura a Pistoia dal XII alla meta' del XIII secolo.
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI
Relatori
Relatore Prof. Ascani, Valerio
Parole chiave
  • Pistoia
  • romanico
  • bibbie atlantiche
  • miniatura
Data inizio appello
14/04/2008
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
14/04/2048
Riassunto
L’intenzione che ha guidato la stesura di questa ricerca è stata quella di raccogliere ed analizzare lo stato degli studi sulla miniatura a Pistoia dal XII secolo alla metà del XIII secolo, per arrivare ad ipotizzare l’esistenza di uno scriptorium locale dedito alla copiatura dei manoscritti e alla loro decorazione.
In mancanza di documenti diretti che attestino storicamente l’esistenza di una simile istituzione, si è cercato di portare avanti un’ indagine che partendo dalle testimonianze artistiche presenti nei manoscritti riconducibili a Pistoia, considerasse anche degli aspetti complementari legati alla produzione libraria. Si è analizzato il patrimonio librario della biblioteca della Canonica di San Zeno, documentata in epoca basso medioevale da diversi inventari; si è approfondita l’esistenza di una scuola per la formazione dei chierici e dei laici. Oltre a questi aspetti si è ricercato la presenza in città di istituzioni attive ed economicamente ricche da poter supportare e favorire una attività di decorazione dei libri.
L’indagine è stata arricchita di un corredo fotografico che rappresenta una novità negli studi su questo argomento. Esso testimonia la varietà delle forme decorative utilizzate nei manoscritti provenienti da Pistoia e in molti casi il loro rilevante valore artistico.
Come criterio di selezione dei manoscritti è stato scelto quello della presenza al loro interno di iniziali miniate, siano esse ornate, illustrate e figurate. Non sono stati pertanto oggetto diretto di questa indagine i codici pistoiesi non decorati, con iniziali rubricate o filigranate che rappresentano una parte importante dei manoscritti oggi rimasti.
Questa indagine sulla miniatura ha visto in primo luogo la necessità di una breve sintesi sulle vicende politiche, sociali e culturali che animarono Pistoia tra inizio del XII secolo e la fine del successivo. Il rinnovamento che caratterizza la città in questo periodo la mettono alla pari di altri centri toscani che hanno scriptoria cittadini documentati.
In questo periodo Pistoia vive una fioritura delle arti cosiddette “maggiori” visibile prima di tutto nel rinnovamento delle chiese secondo le forme del Romanico, poi la stagione della scultura con l’importante ruolo svolto dai Gruamonte e poi dai Bigarelli; infine la pittura che se pur con le poche testimonianze rimaste, dimostra una forte relazione con quello stile bizantino rintracciabile anche in certe illustrazioni dei manoscritti. Il fatto che si commissionassero opere d’arte di un certo valore anche a maestri importanti, dimostra sicuramente che a Pistoia era presente una certa sensibilità artistica, una sensibilità evidentemente necessaria per la commissione di manoscritti decorati.
Dopo aver delineato quello che doveva essere l’humus nel quale potrebbe collocarsi un locale scriptorium nel periodo Romanico, si è voluto raccogliere i contribuiti degli studiosi sulla miniatura pistoiese in modo da fornire una base critica aggiornata.
Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo alcuni storici locali aveva cautamente ipotizzato l’esistenza di un centro di scrittura dei codici, ma nessuno aveva preso in considerazione le miniature presenti nei testi. Gli studi più completi sulla decorazione dei manoscritti a Pistoia rimangono ancora oggi quelli di E.B. Garrison e di K. Berg pubblicati negli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo. Entrambi parlano di una scuola pistoiese di decorazione libraria, individuando delle caratteristiche locali nel tipo di scrittura usata e nello stile di alcune iniziali. Pur riconoscendo il merito a questi due studiosi di aver per primi parlato di una scuola pistoiese di miniatura, è necessario ridimensionare il discorso della poca autonomia artistica di Pistoia. Infatti per entrambi gli studiosi questa città rimane un centro secondario e sostanzialmente dipendente dallo stile di altre città come Lucca e Firenze. A questi studi illuminanti non ne sono seguiti altri specificatamente dedicati alla miniatura a Pistoia, l’argomento è rimasto per lungo tempo nell’ombra. In alcune pubblicazioni di indagini di tipo archivistico e paleografico si accenna superficialmente all’ esistenza di uno scriptorium. Fa ben sperare in una nuova stagione degli studi sulla miniatura a Pistoia nel Romanico la tesi di laurea di Silvia Rondini sul Graduale III.R.69, Pistoia, Archivio Vescovile; qui si ipotizza non solo una produzione pistoiese del manoscritto ma addirittura si identifica il luogo di realizzazione all’interno dell’ abbazia di San Bartolomeo in Pantano.
Per completare questa indagine è stata necessaria un’ analisi stilistica delle miniature presenti nei codici ricondotti a Pistoia. In questi ultimi le iniziali geometriche rappresentano la maggior parte delle testimonianze di decorazioni, a scapito delle illustrazioni, presenti in numero più limitato. Sono state individuate due tipologie di iniziali: le iniziali tracciate a penna, più arcaiche e semplici probabilmente realizzate dagli stessi scriba, e le iniziali geometriche colorate a pennello e più complesse nella decorazione, opera invece di miniatori. Durante l’analisi delle varie forme di iniziali è emersa una tipologia più legata a Pistoia: quella in cui le aste tendono ad assottigliarsi e incurvarsi, dove le forme decorative vegetali sono piuttosto pesanti e ombreggiate. Questa forma sembra prendere sviluppo dallo stile del cosiddetto Maestro della Prima Bibbia Casanatense, che rappresenta l’artista di più alto valore operante a Pistoia. Le testimonianze di questo maestro sono databili alla metà del XII secolo, quando si assiste a una fioritura della decorazione dei manoscritti pistoiesi.
Le diverse forme decorative presenti anche in uno stesso manoscritto mostrano l’attività di maestri diversi: alcuni locali e altri itineranti legati a influenze più lucchesi o fiorentine che dovevano essere chiamati alla decorazione di un solo manoscritto o a formare i miniatori locali.
Alla luce di tutti gli elementi emersi si è ipotizzato, come si dirà, di collocare uno scriptorium pistoiese all’ interno della Canonica di San Zeno e di datare la sua attività fra il primo quarto e la fine del terzo quarto del XII secolo. Molti dei manoscritti decorati sono testimoniati nel primo inventario dei tesori della Sacrestia di San Zeno, alcune personalità che operano come scriba ricoprono ruoli di prestigio all’interno della Canonica, l’istituzione stessa legata al vescovo godeva di un prestigio e di una prosperità economica tale da poter permettersi di mantenere un’attività di produzione libraria.
Potrebbero esserci del resto anche altre realtà dove collocare uno scriptorium, ma la mancanza di documenti o di studi specifici rende difficile questo discorso.
Se per l’identificazione di un luogo di produzione locale di manoscritti restano ancora dei problemi aperti, rimane tuttavia il fatto che sono stati ricondotti con certezza a Pistoia quaranta manoscritti attualmente conservati in diverse biblioteche locali ed estere, come da elenco in appendice. Questo stesso gruppo rappresenta una base di partenza per qualsiasi indagine vorrà affrontare il tema della miniatura a Pistoia tra l’inizio del XII e la metà del XIII.
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