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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03172015-105053


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LO CONTE, LUIGI
URN
etd-03172015-105053
Titolo
Verso la scoperta dei "danni da wi-fi". Strumenti di tutela tra responsabilità civile e principio di precauzione
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Giardina, Francesca
Parole chiave
  • precauzione
  • wi-fi
  • danni
  • civile
  • responsabilità
Data inizio appello
13/04/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nella odierna “società del rischio” si assiste alla proliferazione di tecnologie avanguardistiche, non sempre rispettose dell'ambiente e della salute umana. In tale panorama si inserisce, senza dubbio, la fattispecie che, nel presente lavoro, verrà chiamata “danni da wi-fi”. Con questa espressione si intende alludere ai potenziali – ma non per questo privi di riscontri scientifici – pregiudizi che discendono dall'utilizzo, protratto nel tempo, dei dispositivi che impiegano il protocollo wi-fi.
L'incompletezza degli studi epidemiologici sul punto rappresenta un notevole ostacolo nel cammino verso il riconoscimento di tale categoria di danni. Si consideri, però, che negli ultimi anni sono stati avviati numerosi studi sia in vivo che in vitro, da cui si evince che il pericolo per la salute umana sia tutt'altro che astratto. Nella medesima direzione depongono, inoltre, l'accoglimento nella classe “2B” («possibile fattore cancerogeno per l'uomo») della gamma delle radiofrequenze ed una recente decisione assunta dalla Corte di Cassazione. Quest'ultima infatti – occupandosi di una questione sebbene non sovrapponibile, nondimeno comparabile con i “danni da wi-fi” – ha ritenuto sussistente il nesso di causalità tra l'utilizzo prolungato di telefoni cellulari e l'insorgenza di un tumore al nervo acustico.
Gli indizi delineati, seppur non sufficienti a fondare una certezza scientifica in ordine al manifestarsi di una patologia, possono essere adoperati in chiave giuridica per garantire una tutela più ampia possibile ai consumatori dei dispositivi in esame. In una prospettiva ex ante, il principio di precauzione rappresenta indubbiamente la soluzione preferibile, giacché – con le dovute proporzioni – permetterebbe di evitare il ripetersi di “catastrofi” quali quelle sperimentate in tema di amianto e fumo di sigaretta. Per quanto concerne i rimedi esperibili a seguito del prodursi del danno, invece, si ritiene di dover optare per l'utilizzo della responsabilità aquiliana, poiché – nonostante l'arduo espletamento dell'onere probatorio cui si deve far fronte – ci pare lo strumento più adeguato per giungere al risarcimento del danno biologico.
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