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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03162015-163723


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MATRONE, FEDERICA EMANUELA
URN
etd-03162015-163723
Titolo
Le cooperative nella societa' odierna. Dall'ideologia socialista al nuovo capitalismo.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SISTEMI E PROGETTI DI COMUNICAZIONE
Relatori
relatore Prof. Guidi, Marco Enrico Luigi
Parole chiave
  • esselunga
  • unicoop firenze
  • movimento cooperativo
  • cooperative di consumo
Data inizio appello
13/04/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La cooperativa non è semplicemente una forma giuridica, ma è il prodotto storico di un’utopia di riscatto delle classi operaie. Alla base del pensiero cooperativo vi sono grandi pensatori, lotte di classe, filosofi ed economisti. La storia delle cooperative italiane è fatta di alti e bassi, di periodi in cui le cooperative dovevano lottare per poter sopravvivere e di periodi in cui, invece, sembrava che fosse tutto possibile per esse. Le vicende cooperative italiane nella storia hanno avuto la peculiarità di intrecciarsi con le vicende politiche: ecco le cooperative “rosse” e le cooperative “bianche”, i delegati parlamentari e gli aiuti statali.
Nel primo capitolo vengono affrontati tutti gli aspetti dell’evoluzione storica del movimento cooperativo e le ideologie alla base dello sviluppo. La cooperazione nascente sorse, infatti, soprattutto in seno alle idee di sinistra e fu legata alle associazioni di stampo sindacale. Vengono messi a confronto i pensieri e gli ideali dei padri fondatori: Mazzini, Marx, Viganò, Luzzatti, Wollemborg. Successivamente, una trattazione storica delle principali vicende del movimento. Si parte dalle prime cooperative agricole, di consumo e di mutuo soccorso. Nell’800 ci fu la prima forma di associazione delle cooperative, la Federazione delle società cooperative italiane, tuttora esistente con il nome di LEGACOOP. Tramite la Lega, le imprese iscritte furono in grado di far sentire la propria voce in ambito nazionale. Un periodo d’oro fu l’età Giolittiana, con Luzzatti ministro del tesoro: in questo periodo i provvedimenti statali a favore delle cooperative non mancarono. Subito dopo, il periodo fascista fu deleterio per le cooperative, che vennero prese di mira, attaccate sia fisicamente che legalmente, distrutte e, infine, passarono sotto il controllo de regime tramite l’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. Nel dopoguerra fu importantissima la spinta delle cooperative per l’impresa dell’economia, in quanto spinta “dal basso”. Tuttavia, la confusione normativa giocò a sfavore di esse e negli anni quaranta del ‘900, fu quello legale l’aspetto di maggiore importanza che la Lega si trovò ad affrontare, oltre a quello del credito. Negli anni cinquanta, la gestione economica delle cooperative era ancora prevalentemente ideologica; furono gli anni sessanta a segnare una svolta strategica della Lega, che iniziò a introdurre criteri di funzionalità ed economicità nel sistema. Così, in pieno boom economico, le cooperative esplosero e si affermarono definitivamente, con la volontà di concorrere con le grandi aziende private. In questa direzione si continuò fino agli anni ottanta, anni in cui si fece sentire forte la questione ideologica: dopo le trasformazioni del sistema produttivo, era ancora possibile parlare di imprese “diverse”, “etiche”, “anticapitaliste?. Gli stessi fini solidaristici, oggi, non sono più quelli degli albori.
Nel secondo capitolo si affronta l’evoluzione economico-aziendale dell’impresa cooperativa e come questa si distingua, nella struttura, da quella capitalistica. In primo luogo si analizzano le teorie che assimilano i due tipi di aziende, poi quelle che considerano la mutualità come finalità istitutiva dell’impresa cooperativa e, infine, le teorie più interessanti: quelle sul ciclo di vita della cooperativa, che mostrano come, con la crescita del sistema, la struttura deve adeguarsi fino ad adottare standard di gestione capitalistici, altrimenti rischia il collasso. In tal senso sono esposte brevemente le teorie di Scott, Meister, Zan, Battaglia.
Il terzo capitolo si occupa degli aspetti legali e normativi della cooperazione, che derivano, ancora oggi, principalmente dai princìpi cooperativi di Rochdale. Per iniziare, si analizzano i princìpi cooperativi nel dettaglio e la maniera in cui ciascun princìpio trova spazio nella legislazione. Altro aspetto di grande importanza è la tutela costituzionale della cooperazione: verrà analizzato in dettaglio l’articolo 45. La trattazione normativa si conclude con il principio fondamentale della cooperazione: la mutualità, in tutti i suoi aspetti (prevalente, non prevalente, esterna, interna).
Nell’ultimo capitolo la domanda fondamentale è: “Ha senso, oggi, in un momento di crisi economica e di consapevolezza etica delle imprese, parlare ancora di cooperative riferendosi ad alcune realtà che hanno logiche di gestione e dimensioni di colossi privati?”. A tal proposito è interessante confrontare Coop e Esselunga, due giganti della GDO, una impresa cooperativa e una capitalista, per vedere da vicino differenze e affinità. Ampio spazio è dato anche alle polemiche provenienti dall’interno della coop (Frau) e dall’interno dell’Esselunga (Caprotti). Il confine appare, in definitiva, labile, forse troppo per giustificare che lo Stato si prenda tuttora carico di un sistema che, in un contesto molto diverso da quello della Rivoluzione Industriale, è in grado di fare la parte del leone.
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