Tesi etd-03152023-101201 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DONATI, CLAUDIA
URN
etd-03152023-101201
Titolo
Studio della P-selectina come potenziale marcatore biologico nei pazienti con neoplasia polmonare
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Celi, Alessandro
correlatore Dott.ssa Pancani, Roberta
correlatore Dott. Sbrana, Andrea
correlatore Dott.ssa Pancani, Roberta
correlatore Dott. Sbrana, Andrea
Parole chiave
- p-selectina
- tromboembolismo
- tumore polmonare
Data inizio appello
04/04/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/04/2093
Riassunto
Il tumore del polmone è la neoplasia più diagnosticata al mondo e la principale causa di morte oncologica, con un aumento globale dei casi e dei decessi. Il tasso di sopravvivenza globale per il tumore del polmone è ancora molto basso, non supera i 5 anni, nonostante i progressi scientifici che sono stati fatti negli ultimi anni.
Il tabacco è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di neoplasie polmonari, con una maggiore probabilità di insorgenza in caso di durata del fumo prolungata. Ci sono altri fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di questa patologia oncologica, tuttavia, è importante considerare la predisposizione genetica dell’individuo che favorisce il presentarsi della malattia.
Il tumore polmonare può presentarsi con varianti istologiche diverse le più diffuse sono adenocarcinoma, carcinoma squamocellulare, carcinoma a piccole cellule, carcinoma a grandi cellule.
La diagnosi del tumore polmonare avviene tramite esami strumentali come la TC toracica con mezzo di contrasto; la TC total body e la PET/TC con FDG vengono utilizzate per valutare la presenza di metastasi. L'esame istologico è necessario per confermare la diagnosi clinica e distinguere le varianti istologiche tra i vari tumori polmonari possibili. La fibrobroncoscopia è il metodo meno invasivo per tipizzare il tumore dal punto di vista del profilo istologico e molecolare.
Il trattamento utilizzato deve essere valutato sulla base dello stadio del tumore ma anche sulle caratteristiche istologiche e molecolari che permettono di utilizzare terapie mirate specifiche. Il trattamento chirurgico è possibile solo in stadi precoci del tumore, mentre nelle malattie avanzate si utilizzano chemioterapia, radioterapia e immunoterapia.
I pazienti con neoplasia in atto sono esposti ad un rischio maggiore di eventi tromboembolici. Il tromboembolismo venoso (TEV) è una patologia cardiovascolare caratterizzata da trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP) che rappresenta la terza causa più comune di mortalità cardiovascolare. La maggior parte delle TVP si forma nelle vene profonde della gamba. L'EP origina più frequentemente come conseguenza di una TVP, poiché i frammenti del trombo si staccano diventano progressivamente più grandi e nella circolazione polmonare.
I fattori di rischio per la tromboembolia venosa possono essere permanenti o transitori e includono traumi, interventi chirurgici, neoplasie, immobilità, gravidanza, obesità, ipertensione, diabete, trombofilia, terapia contraccettiva orale, insufficienza respiratoria, e chemioterapia. La differenziazione tra fattori di rischio permanenti e transitori è importante per la decisione terapeutica anticoagulante cronica indicata per il paziente.
I pazienti oncologici si distinguono in relazione al rischio effettivo di insorgenza di TEV in tre categorie: rischio elevato, rischio intermedio e basso rischio.
Sono stati individuati degli score predittivi per identificare i pazienti maggiormente a rischio, tuttavia, ad oggi non è ancora possibile utilizzare queste informazioni predittive per effettuare una tromboprofilassi, a causa del rischio di un elevato rischio di sanguinamento che si presenta nelle patologie neoplastiche.
Tra questi score riscontriamo la presenza del PROTECHT SCORE, il quale utilizza come parametri gli stessi considerati anche nel Khorana e vi aggiunge due biomarcatori, il D-dimero e la P-selectina.
La P-selectina è una molecola di adesione cellulare espressa sulle cellule endoteliali e sulle piastrine attivate e mediano il rotolamento dei leucociti sulle cellule endoteliali, favorendo l'aggregazione delle piastrine. Vari studi dimostrano che questa proteina è implicata nella patogenesi dell'infiammazione, della trombosi, nella crescita tumorale e nella formazione di metastasi.
Inoltre, è emerso anche che la P-selectina ha un ruolo nella coagulazione del sangue, regolando l'attività del fattore tissutale e contribuendo alla deposizione di fibrina nei trombi.
Queste ipotesi hanno portato a sviluppare il nostro studio, per verificare se la sP-selectina potesse essere utilizzata come marcatore prognostico di neoplasia polmonare e come marcatore predittivo per lo sviluppo di un tromboembolismo.
Si è considerato un campione di 39 pazienti, reclutati nell’AUOP di Pisa nel reparto di Pneumo Oncologia, affetti da tumori del distretto mediastinico e in particolare, eccetto un paziente con timoma, da neoplasie polmonari.
A questi pazienti è stato prelevato un campione di sangue durante la prima visita, da considerare il fatto che nei soggetti in cui la terapia della neoplasia ha previsto chirurgia è stata fatta antecedente al prelievo di sangue.
Mentre le terapie medie che comprendono chemioterapia, immunoterapia, target therapy e in alcuni casi è stata aggiunta anche radioterapia, sono state iniziate in una data successiva al prelievo.
Dopo di ché si è analizzato il sangue per emocromo completo, emoglobina, e in quasi tutti i pazienti anche fibrinogeno e INR. Successivamente con il test di ELISA si è analizzato il valore di P-selectina.
In conclusione, sulla base dei dati statistici ottenuti, non è possibile confermare con assoluta certezza l’ipotesi che la quantità di sP-selectina possa essere considerata come marcatore prognostico di malattia, nonostante le significatività riscontrate in alcune analisi, né come marcatore predittivo di sviluppo di TEV.
Questo nostro studio non ci permette di affermare che la sP-selectina possa essere utilizzata con questi due scopi. Tuttavia, apre la strada a possibili progetti futuri che permettano di confermare la veridicità di tali ipotesi.
Il tabacco è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di neoplasie polmonari, con una maggiore probabilità di insorgenza in caso di durata del fumo prolungata. Ci sono altri fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di questa patologia oncologica, tuttavia, è importante considerare la predisposizione genetica dell’individuo che favorisce il presentarsi della malattia.
Il tumore polmonare può presentarsi con varianti istologiche diverse le più diffuse sono adenocarcinoma, carcinoma squamocellulare, carcinoma a piccole cellule, carcinoma a grandi cellule.
La diagnosi del tumore polmonare avviene tramite esami strumentali come la TC toracica con mezzo di contrasto; la TC total body e la PET/TC con FDG vengono utilizzate per valutare la presenza di metastasi. L'esame istologico è necessario per confermare la diagnosi clinica e distinguere le varianti istologiche tra i vari tumori polmonari possibili. La fibrobroncoscopia è il metodo meno invasivo per tipizzare il tumore dal punto di vista del profilo istologico e molecolare.
Il trattamento utilizzato deve essere valutato sulla base dello stadio del tumore ma anche sulle caratteristiche istologiche e molecolari che permettono di utilizzare terapie mirate specifiche. Il trattamento chirurgico è possibile solo in stadi precoci del tumore, mentre nelle malattie avanzate si utilizzano chemioterapia, radioterapia e immunoterapia.
I pazienti con neoplasia in atto sono esposti ad un rischio maggiore di eventi tromboembolici. Il tromboembolismo venoso (TEV) è una patologia cardiovascolare caratterizzata da trombosi venosa profonda (TVP) ed embolia polmonare (EP) che rappresenta la terza causa più comune di mortalità cardiovascolare. La maggior parte delle TVP si forma nelle vene profonde della gamba. L'EP origina più frequentemente come conseguenza di una TVP, poiché i frammenti del trombo si staccano diventano progressivamente più grandi e nella circolazione polmonare.
I fattori di rischio per la tromboembolia venosa possono essere permanenti o transitori e includono traumi, interventi chirurgici, neoplasie, immobilità, gravidanza, obesità, ipertensione, diabete, trombofilia, terapia contraccettiva orale, insufficienza respiratoria, e chemioterapia. La differenziazione tra fattori di rischio permanenti e transitori è importante per la decisione terapeutica anticoagulante cronica indicata per il paziente.
I pazienti oncologici si distinguono in relazione al rischio effettivo di insorgenza di TEV in tre categorie: rischio elevato, rischio intermedio e basso rischio.
Sono stati individuati degli score predittivi per identificare i pazienti maggiormente a rischio, tuttavia, ad oggi non è ancora possibile utilizzare queste informazioni predittive per effettuare una tromboprofilassi, a causa del rischio di un elevato rischio di sanguinamento che si presenta nelle patologie neoplastiche.
Tra questi score riscontriamo la presenza del PROTECHT SCORE, il quale utilizza come parametri gli stessi considerati anche nel Khorana e vi aggiunge due biomarcatori, il D-dimero e la P-selectina.
La P-selectina è una molecola di adesione cellulare espressa sulle cellule endoteliali e sulle piastrine attivate e mediano il rotolamento dei leucociti sulle cellule endoteliali, favorendo l'aggregazione delle piastrine. Vari studi dimostrano che questa proteina è implicata nella patogenesi dell'infiammazione, della trombosi, nella crescita tumorale e nella formazione di metastasi.
Inoltre, è emerso anche che la P-selectina ha un ruolo nella coagulazione del sangue, regolando l'attività del fattore tissutale e contribuendo alla deposizione di fibrina nei trombi.
Queste ipotesi hanno portato a sviluppare il nostro studio, per verificare se la sP-selectina potesse essere utilizzata come marcatore prognostico di neoplasia polmonare e come marcatore predittivo per lo sviluppo di un tromboembolismo.
Si è considerato un campione di 39 pazienti, reclutati nell’AUOP di Pisa nel reparto di Pneumo Oncologia, affetti da tumori del distretto mediastinico e in particolare, eccetto un paziente con timoma, da neoplasie polmonari.
A questi pazienti è stato prelevato un campione di sangue durante la prima visita, da considerare il fatto che nei soggetti in cui la terapia della neoplasia ha previsto chirurgia è stata fatta antecedente al prelievo di sangue.
Mentre le terapie medie che comprendono chemioterapia, immunoterapia, target therapy e in alcuni casi è stata aggiunta anche radioterapia, sono state iniziate in una data successiva al prelievo.
Dopo di ché si è analizzato il sangue per emocromo completo, emoglobina, e in quasi tutti i pazienti anche fibrinogeno e INR. Successivamente con il test di ELISA si è analizzato il valore di P-selectina.
In conclusione, sulla base dei dati statistici ottenuti, non è possibile confermare con assoluta certezza l’ipotesi che la quantità di sP-selectina possa essere considerata come marcatore prognostico di malattia, nonostante le significatività riscontrate in alcune analisi, né come marcatore predittivo di sviluppo di TEV.
Questo nostro studio non ci permette di affermare che la sP-selectina possa essere utilizzata con questi due scopi. Tuttavia, apre la strada a possibili progetti futuri che permettano di confermare la veridicità di tali ipotesi.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
Tesi non consultabile. |