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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03112019-131050


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SAVINI, ROBERTA
URN
etd-03112019-131050
Titolo
Xenotrapianti di biopsie umane in embrioni di zebrafish: modello avatar
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MOLECOLARE E CELLULARE
Relatori
relatore Raffa, Vittoria
Parole chiave
  • Medicina personalizzata
  • Protocolli chemioterapici
  • Avatar
  • Xenotrapianti
  • Danio rerio
Data inizio appello
08/04/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/04/2089
Riassunto
Il cancro è un insieme di malattie eterogenee in cui le cellule replicandosi incontrollatamente creano una massa all’interno di un tessuto.
L’evolversi delle tecnologie ha permesso di mettere in evidenza numerose differenze istologiche, genomiche e metaboliche intra e inter-personali: tumori a carico dello stesso organo in persone distinte non sono uguali fra loro. Ad oggi, la scelta da parte dell’oncologo del regime chemioterapico più adatto al paziente, si basa principalmente su dati forniti dall’analisi istopatologica.
A sostegno del clinico può interviene la medicina personalizzata, la quale si prefigge di individuare un protocollo terapeutico mirato per il paziente e per la sua specifica patologia.
Uno dei possibili approcci della medicina personalizzata consiste nel condurre studi di chemio-sensitività in organismi modello, i cosiddetti Avatar. Un metodo consiste nel trapiantare, nel modello animale, cellule neoplastiche prelevate dal paziente al fine di testare diversi protocolli chemioterapici e valutarne l’efficacia.
Studi dimostrano che il topo sia idoneo a tale scopo, ma non senza limitazioni, fra cui i tempi di riproduzione lunghi, la necessità di immunosopprimere l’animale per favorire l’innesto delle cellule, i tempi lunghi per la conduzione degli esperimenti e i costi di stabulazione e mantenimento molto elevati.
Lo scopo principale del mio progetto di tesi è testare il pesce zebrafish (Danio Rerio) come modello Avatar alternativo all’uso del modello murino. In particolare è stato messo appunto un protocollo di xenotrapianto di tessuto tumorale umano nell’embrione di zebrafish, dimostrando che è una procedura rapida, che non richiede nessuna immunosoppressione preventiva perché il sistema immunitario non è ancora sviluppato. Altrettanto vantaggiosa è la somministrazione dei farmaci da testare, dal momento che questi vengono somministrati direttamente nell’acqua di coltura degli embrioni e assorbiti per via tegumentaria. Il presente studio ha inoltre dimostrato che l’accrescimento o la riduzione della massa tumorale e l’azione del chemioterapico, possono essere monitorati in tempo reale attraverso analisi statistiche.
Il presente studio s’inserisce all’interno di un progetto più ampio che prevede un trial co-clinico in cui vengono xenotrapiantati in zebrafish frammenti di biopsie di tumori epato-bilio pancreatici o gastro-intestinali.
Nell’ambito di tale progetto, il mio studio vorrebbe dimostrare come, attraverso l’uso di zebrafish, possa essere individuato rapidamente il miglior trattamento chemioterapico paziente-specifico con la prospettiva futura di poter supportare e/o consigliare l’oncologo.
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