Tesi etd-03062015-222651 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ZUCCA, MARTINA
URN
etd-03062015-222651
Titolo
Percorso nell'affido familiare: tra complessità e interazione
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Mazza, Roberto
Parole chiave
- affido familiare
- aiuto
- servizi
- sostegno
Data inizio appello
23/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’affido familiare è uno strumento di aiuto per il minore e di sostegno per sua famiglia, la quale si trova ad attraversare un momento di difficoltà, non riuscendo ad offrire ai minori presenti in essa, il giusto ambiente familiare dotato delle cure e dell’affetto necessarie per far fronte alla loro protezione ed educazione.
Il progetto di affido familiare si costruisce attraverso un percorso complesso e tortuoso, composto da risorse, limiti, emozioni, relazioni e azioni, costituito ed individuato, e così creato, sui vissuti delle famiglie coinvolte, da soggetti istituzionali che danno vita a questo strumento d’aiuto per la famiglia, dove al centro è posto il minore.
Sono differenti i professionisti coinvolti, dei servizi sociali e del Tribunale dei Minorenni, i quali dovranno collaborare e contemporaneamente avere ben chiari i propri ruoli per dare vita ad un buon intervento.
In questo elaborato vorrei offrire un “modello di percorso nell’affido familiare” attraverso questi attori, i soggetti coinvolti e le loro differenti storie, le quali vengono ad intrecciarsi, formarsi, costruirsi e modificarsi durante tutto il percorso, che non va ad individuarsi meramente nell’atto d’allontanamento del minore dal proprio nucleo, ma nella totalità dell’intervento d’aiuto e sostegno alla famiglia.
A testimonianza di questo, ci sarà giovamento nell’utilizzare l’esperienza della realtà spezzina, il suo viaggio evolutivo all’interno dell’affidamento e le prassi operative adottate, per comprendere come questi attori si muovono.
Inoltre prezioso è l’utilizzo della descrizione di un caso, che fa emergere la dinamica trigenerazionale, che l’affido vuole spezzare, l’importanza della famiglia d’origine del minore e il fondamentale ruolo che ha la famiglia affidataria, l’importanza di una buona equipe di lavoro ed il rapporto reciproco di fiducia, la collaborazione tra le due famiglie legata alla doppia appartenenza.
Quello che voglio dimostrare è l’importanza di andare “verso una maggior interazione” tra i diversi soggetti coinvolti, proiettata alla costruzione di progetti creati su misura, sulle differenti situazioni, che possa partire dal presupposto di una buona collaborazione e confronto tra i diversi professionisti, i quali ulteriormente si adopereranno per sostenere i vissuti emotivi, le storie e la relazione delle famiglie, affidataria e naturale e del minore stesso.
Il progetto di affido familiare si costruisce attraverso un percorso complesso e tortuoso, composto da risorse, limiti, emozioni, relazioni e azioni, costituito ed individuato, e così creato, sui vissuti delle famiglie coinvolte, da soggetti istituzionali che danno vita a questo strumento d’aiuto per la famiglia, dove al centro è posto il minore.
Sono differenti i professionisti coinvolti, dei servizi sociali e del Tribunale dei Minorenni, i quali dovranno collaborare e contemporaneamente avere ben chiari i propri ruoli per dare vita ad un buon intervento.
In questo elaborato vorrei offrire un “modello di percorso nell’affido familiare” attraverso questi attori, i soggetti coinvolti e le loro differenti storie, le quali vengono ad intrecciarsi, formarsi, costruirsi e modificarsi durante tutto il percorso, che non va ad individuarsi meramente nell’atto d’allontanamento del minore dal proprio nucleo, ma nella totalità dell’intervento d’aiuto e sostegno alla famiglia.
A testimonianza di questo, ci sarà giovamento nell’utilizzare l’esperienza della realtà spezzina, il suo viaggio evolutivo all’interno dell’affidamento e le prassi operative adottate, per comprendere come questi attori si muovono.
Inoltre prezioso è l’utilizzo della descrizione di un caso, che fa emergere la dinamica trigenerazionale, che l’affido vuole spezzare, l’importanza della famiglia d’origine del minore e il fondamentale ruolo che ha la famiglia affidataria, l’importanza di una buona equipe di lavoro ed il rapporto reciproco di fiducia, la collaborazione tra le due famiglie legata alla doppia appartenenza.
Quello che voglio dimostrare è l’importanza di andare “verso una maggior interazione” tra i diversi soggetti coinvolti, proiettata alla costruzione di progetti creati su misura, sulle differenti situazioni, che possa partire dal presupposto di una buona collaborazione e confronto tra i diversi professionisti, i quali ulteriormente si adopereranno per sostenere i vissuti emotivi, le storie e la relazione delle famiglie, affidataria e naturale e del minore stesso.
File
Nome file | Dimensione |
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01___Fro...pizio.pdf | 30.81 Kb |
02___Indice.pdf | 16.12 Kb |
03___Pre...zione.pdf | 56.91 Kb |
04___Capitolo_1.pdf | 107.22 Kb |
05___Capitolo_2.pdf | 86.84 Kb |
06___Capitolo_3.pdf | 114.46 Kb |
07___Capitolo_4.pdf | 86.48 Kb |
08___Capitolo_5.pdf | 125.18 Kb |
09___Conclusioni.pdf | 71.10 Kb |
10___Allegati.pdf | 256.73 Kb |
11___Bib...rafia.pdf | 26.19 Kb |
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