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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-03022009-214743


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
RADI, NICO
URN
etd-03022009-214743
Titolo
La pratica equestre nell'Età del Bronzo: un primo contributo dall'approccio biomeccanico
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
GESTIONE E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI
Relatori
Relatore Formicola, Vincenzo
Relatore Holt, Brigitte M.
Parole chiave
  • Pratica equestre
  • ossa lunghe
  • geometria delle sezioni
  • femore
  • Età del Bronzo
  • cavalieri
  • biomeccanica
Data inizio appello
02/04/2009
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
02/04/2049
Riassunto
RIASSUNTO
Attraverso l'analisi delle proprietà biomeccaniche di sezioni trasversali del femore di 15
individui appartenenti ad un campione di maschi adulti con corredo (“Armati”) della
media Età del Bronzo, questa ricerca si pone l'obbiettivo di valutare se lo sviluppo
notevole di certi muscoli, evidenziato dalla presenza di marcate entesopatie e messo in
relazione con un utilizzo frequente del cavallo, si rifletta o meno in cambiamenti nella
morfologia e nella robustezza delle sezioni, in particolare nel femore prossimale. Per
far ciò si è reso necessario confrontare le proprietà geometriche delle sezioni dei
femori dei cavalieri con quelle di femori di individui che sicuramente non lo erano: con
questo obbiettivo è stato scelto come gruppo di confronto un campione di 14 individui
Mesolitici. I risultati attesi per il femore prossimale consistevano principalmente in un
rimodellamento marcato nella forma delle sezioni del campione di Olmo di Nogara, in
particolare un allungamento nella direzione dello sforzo medio-laterale superiore al
campione di confronto e in una maggiore robustezza strutturale nel campione di Olmo
di Nogara rispetto al campione di Mesolitici, in relazione ai carichi eccentrici (torsione e
flessione). I risultati ottenuti hanno evidenziato come la parte prossimale del femore
non presenti alcun segno di rimodellamento in risposta alla pratica equestre, nè nella
forma nè nella robustezza della diafisi. Sono tuttavia emerse in questa regione
peculiarità quali una forte anteversione della testa e rotazione mediale del piccolo
trocantere che trovano interessanti analogie in un'altra serie dell'Eta' del Bronzo
dell'Italia meridionale (Toppo Daguzzo). A metà diafisi, è stato confermato, come
previsto, il trend noto in letteratura di declino della robustezza relativamente alla massa
corporea nelle ossa degli arti durante il corso dell'evoluzione. Il campione mesolitico
mostra infatti valori di robustezza strutturale nettamente superiori al campione del
Bronzo Medio.
In conclusione, benchè lo studio delle proprietà geometriche delle sezioni sia risultato
meno chiarificatore del previsto come metodo di indagine sulla pratica equestre, il poter
escludere l'esistenza di rimodellamento osseo in risposta all'utilizzo abituale del cavallo
è già di per sè un risultato importante. Inoltre questo lavoro ha evidenziato come siano
necessari, per comprendere come lo scheletro risponda alle sollecitazioni della pratica
equestre, ulteriori studi rivolti ad approfondire l'ontogenesi della morfologia anteversa
del femore prossimale riscontrata nel campione di cavalieri di Olmo di Nogara (e di
Toppo Daguzzo) e le modificazioni nella disposizione e nella cinetica dei muscoli che vi
si inseriscono.
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