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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02282013-233752


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
NOTARBARTOLO, MANILA
URN
etd-02282013-233752
Titolo
Analisi delle recidive nel carcinoma endometriale in III stadio
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Gadducci, Angiolo
Parole chiave
  • carcinoma dell'endometrio
  • chemioterapia
  • linfadenectomia
  • prognosi
  • radioterapia
  • stadio III
Data inizio appello
19/03/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
19/03/2053
Riassunto
Il carcinoma dell'endometrio è la neoplasia ginecologica più comune nel mondo occidentale con circa 140.000 nuovi casi ogni anno. In Italia
rappresenta il 5-6% dei tumori femminili e lo 0.8% dei decessi per patologie neoplastica nelle donne.
La sopravvivenza a 5 anni è circa dell'80%, con una differenza di tipo razziale che va dall'80.8% delle donne over-65 di razza bianca al 53.3% per quelle afroamericane.
A seguito di diversi studi il carcinoma endometriale è oggi classificato in tipo 1 e 2. L'età, il tipo di chirurgia, lo stadio FIGO, il grading, il LSVI, l'infiltrazione miometriale e lo stato linfonodale sono considerate variabili prognostiche. In particolare le metastasi linfonodali a livello pelvico e para-aortico sono un fattore prognostico negativo.
La stadiazione viene fatta secondo la classificazione FIGO del 2009.
Il trattamento primario è rappresentato dalla chirurgia che ha scopo terapeutico e stadiativo. La chirurgia standard prevede laparotomia, washing peritoneale, isterectomia extrafasciale totale, annessiectomia bilaterale con o senza linfoadenectomia. È anche possibile un approccio mini-invasivo in mani esperte.
La terapia adiuvante consiste nella radioterapia (a fasci esterni e/o brachiterapia) e nella chemioterapia, limitata alla malattia avanzata o recidivante, a base di TC, TEP ed EP.
Lo scopo di questo studio retrospettivo è l'analisi delle recidive (percentuali, sedi, tempi) e dell'outcome clinico delle pazienti con carcinoma endometriale in stadio III, al fine di identificare fattori di rischio sui quali modulare il trattamento adiuvante postoperatorio.
Dall'analisi univariata dei dati sembra emergere, nonostante il numero limitato delle pazienti, che la sopravvivenza libera da malattia sia correlata significativamente con lo stadio FIGO (p=0.01), il grado (p=0.021), l'infiltrazione del miometrio (p=0.034) e il LSVI (p=0.001).
Analogamente la sopravvivenza globale correla con lo stadio FIGO (p=0.008), il grado (p=0.003),
l'infiltrazione del miometrio (p=0.005) e il LSVI (p<0.001).
I risultati evidenziano che a 5 anni dal trattamento il 69.0% delle pazienti con carcinoma endometriale in III stadio anatomo-chirurgico sono viventi e il 61.0% sono viventi e liberi da malattia e si confrontano favorevolmente con i dati dell'Annual Report n. 26 della FIGO.
La numerosità della casistica non consente di trarre conclusioni definitive, tuttavia in accordo con altri studi la prognosi delle pazienti può essere migliorata se, accanto al buon controllo locale della malattia, si associ un miglior controllo sia della diffusione retroperitoneale sia dello spreading a distanza,
mediante dissezione linfonodale pelvica e para-aortica sistemica e l'impiego di adeguati protocolli di chemioterapia, rispettivamente.
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