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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02252010-152447


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MALLEGNI, FILIPPO
URN
etd-02252010-152447
Titolo
Recenti acquisizioni sulla epidemiologia, sulla patogenesi, sul decorso clinico e sulla terapia della IgA Nephropathy
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Barsotti, Giuliano
Parole chiave
  • iga
  • mesangio
  • mesangium
  • Berger
  • Hinglais
Data inizio appello
16/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/03/2050
Riassunto
La IgA Nephropathy è una patologia di inquadramento relativamente recente descritta per la prima volta nel 1968 da Berger e Hinglais.Si tratta di una glomerulonefrite proliferativa mesangiale mediata da immunocomplessi, definita immuno-istologicamente dalla presenza di depositi di IgA nel glomerulo.Oggi viene generalmente considerata la forma più comune di glomerulonefrite primitiva al mondo, nonché la prima causa di insufficienza renale terminale tra le nefropatie glomerulari.
Sebbene sia diffusa in tutte le razze, Giappone e Corea presentano alcuni tra i più alti tassi di incidenza rilevati di IgAN; in Europa Occidentale e negli Stati Uniti, l’incidenza è assai minore e si riscontra un aumento della disparità tra i sessi(6:1 m/f, contro i 2:1 del Giappone). Il clustering geografico della IgAN può in parte essere spiegato da differenze di carattere genetico tra le varie etnie, ma ad esso contribuisce sicuramente anche la differente tendenza a sottoporre i pazienti a biopsia renale(che, attualmente, risulta l’unico criterio diagnostico certo) nei vari paesi. La IgAN può manifestarsi ad ogni età, ma più comunemente esordisce nella seconda o terza decade.
Nella stragrande maggioranza dei casi si presenta in forma sporadica, non associata ad altre condizioni patologiche predisponenti:la IgAN Primitiva. Attualmente la IgAN viene considerata un’affezione ad eziopatogenesi multifattoriale, con un substrato genetico predisponente, su cui agiscono particolari fattori ambientali, nel determinismo della patologia. Gli effettivi fattori eziologici della IgAN sono tutt’oggi sconosciuti.Pur non essendo stato ancora individuato alcun gene responsabile della malattia sono stati individuati alcuni geni di suscettibilità ad essa, come quelli situati su 6q22-23, 4q26-31, 17q12-22 e 2q36 ed il gene dell’Interferone-gamma.Riguardo ai meccanismi patogenetici, possiamo asserire che il primum movens nella patogenesi della IgAN è la deposizione, a livello mesangiale, delle IgA, che sono prevalentemente rappresentate da IgA polimeriche appartenenti alla sottoclasse IgA1 (pIgA1). La risposta glomerulare alla deposizione delle IgA può essere estremamente variabile e ciò si riflette sui reperti bioptici renali, sulle manifestazioni cliniche e sull’evoluzione della patologia nei vari pazienti affetti da IgAN.
Il solo aumento dei livelli sierici delle IgA non è di per sé sufficiente a determinare la deposizione mesangiale, quindi, nei pazienti affetti da IgAN, deve prodursi un pool circolante di IgA, che possiedano speciali caratteristiche, che ne promuovano particolarmente la deposizione mesangiale.Queste IgA, presentano alterazioni strutturali, come un’alterata glicosilazione della regione cerniera, con frequente presenza, rispetto ai soggetti normali, di IgA1 scarsamente galattosilate con O-glicani della regione cerniera rappresentati da GalNac terminale o GalNac sialilata. Queste formano aggregati di immunocomplessi, con particolare affinità per il mesangio.La loro deposizione può determinare un processo infiammatorio glomerulare, con attivazione del complemento ed aumento della cellularità e della matrice mesangiale.
La IgAN presenta, dal punto di vista clinico, manifestazioni ampiamente variabili da soggetto a soggetto.La manifestazione più comune è rappresentata da episodi di ematuria macroscopica, di solito associati ad episodi febbrili, infezioni delle vie aeree superiori, sforzi fisici.La microematuria è spesso modesta, ma costante, generalmente associata a proteinuria.Altre manifestazioni sono rappresentate da Ipertensione arteriosa e più raramente da sindrome nefrosica ed insufficienza renale acuta.15-20% presentano Insufficienza renale cronica.Un certo numero di pazienti va incontro ad insufficienza renale progressiva e la proteinuria, l’ipertensione, l’insufficienza renale al momento della diagnosi e la microematuria persistente rappresentano, di sicuro, fattori prognostici sfavorevoli.Altri fattori, come quelli di tipo istopatologico, presentano una validità prognostica più limitata.
La terapia mira ad evitare la comparsa e la progressione dell’IRC. Essa comprende l’uso di steroidi, in bolo o continuativa per almeno sei mesi, da sola o associata a immunosoppressori (Ciclosporina A, Micofenolato, Azatioprina). Inoltre, ACE inibitori (ACEi), Sartani, Antiaggreganti piastrinici e il Fish-oil sono stati impiegati in monoterapia o in varia associazione, con risultati non univoci, e talvolta contraddittori.
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