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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02242016-002846


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GIRIODI, MADDALENA
URN
etd-02242016-002846
Titolo
Modificazioni corneali a seguito di orbitotomia decompressiva in pazienti affetti da oftalmopatia basedowiana
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Guidi, Gianluca
Parole chiave
  • modificazioni corneali
  • microscopia confocale
  • topografia corneale
  • oftalmopatia di Basedow
  • orbitotomia decompressiva
Data inizio appello
15/03/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il riscontro sistematico di una modificazione dell’astigmatismo in pazienti con oftalmopatia basedowiana e sottoposti a orbitotomia decompressiva, in una semplice visita oculistica di controllo, ha indotto a ipotizzare che ci sia un nesso tra l’intervento e la variazione della curvatura corneale.
Questo ci ha spinto ad indagare in modo più approfondito quali erano le alterazioni effettive analizzando la forma, la posizione e la struttura corneale tramite l’utilizzo di esami strumentali mirati quali la microscopia confocale e la topografia corneale.
Lo studio vede coinvolti 22 occhi di 13 pazienti con oftalmopatia basedowiana di grado grave e clinical activity score ≥3/7.
Abbiamo preso in considerazione l’analisi di determinati parametri tra cui:
• Gli indici corneali K1, K2, AK, SIMK
• Lo spessore corneale
• L’esoftalmo
• La pressione intraoculare
• La struttura istologica corneale dei singoli strati
Le analisi sono state effettuate 1 mese prima dell’intervento (basale), a 1 mese ed a 3 mesi dall’operazione. I 22 occhi sono stati suddivisi in 2 gruppi in base al tipo di intervento a cui sono stati sottoposti:
Gruppo A (100% femmine): decompressione a una parete (pavimento o parete laterale) effettuata su 9 pazienti
Gruppo B (87,5%femmine): decompressione a 2 o 3 pareti (mediale, laterale, pavimento) effettuata su 13 pazienti.
Lo studio, tutt’ora in corso di svolgimento, ha occupato un arco di temporale da settembre 2014 a febbraio 2016 presso la Clinica Oculistica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana in collaborazione con il reparto di Endocrinologia e Otorinolaringoiatria.
Per ora i risultati si sono rivelati molto interessanti, infatti è stato dimostrato che nell’intervento di orbitotomia più aggressivo a 2 o 3 pareti l’indice corneale AK giunge a valori di 48,45±3,25 D e lo spessore corneale di 486±33,88 µ.
Dagli indici rilevati sia della curvatura che dello spessore corneale si potrebbe ipotizzare in un futuro più o meno prossimo l’insorgenza in questi pazienti di un cheratocono pertanto dovranno essere oggetto di ulteriori sistematici controlli.
La nostra tesi quindi, pur avendo un campione statisticamente basso di pazienti, risulta inserirsi in un contesto ancora non adeguatamente esplorato, e i dati ottenuti incoraggiano un’ulteriore e futura indagine per verificare se le alterazioni mostrate (riduzione dello spessore corneale e ectasie) siano causate effettivamente da un trauma importante, quale è l’operazione di orbitotomia, con relativa marcata infiammazione oppure siano dovuti a fenomeni autoimmunitari legati all’oftalmopatia basedowiana.

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