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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02232012-134429


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CERVELLI, ROSA
URN
etd-02232012-134429
Titolo
Rivascolarizzazione percutanea in paziente con piede diabetico ischemico: confronto tra risultato angiografico e risultato clinico
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Bartolozzi, Carlo
Parole chiave
  • piede diabetico
  • rivascolarizzazione
Data inizio appello
20/03/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/03/2052
Riassunto
Sotto l’egida dell’OMS e dell’IDF, nel 1989 rappresentanti europei dei Ministeri della Salute e delle Organizzazioni dei pazienti si incontrarono con esperti Diabetologi per stabilire obiettivi da raggiungere nei successivi 5 anni: tra questi, la riduzione del 50% delle amputazioni agli arti inferiori (Dichiarazione di Saint Vincent).
Tale traguardo non è stato realizzato ed il diabete rappresenta la prima causa di amputazione non traumatica nel mondo occidentale.
Solo l’utilizzo coordinato di diverse competenze specialistiche, nelle varie fasi della cura di questa complicanza, potrebbe permettere di raggiungere migliori risultati terapeutici.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario, partendo da una approfondita analisi comparativa delle esperienze pregresse, creare e gestire un protocollo diagnostico-terapeutico, che definisca l’intervento di diversi specialisti nell’ambito di una equipe multidisciplinare.
É stato dimostrato che, per i pazienti affetti da vasculopatia severa, la possibilità di interventi di rivascolarizzazione riduce il ricorso, come prima scelta, all’amputazione: si rende quindi necessario prevedere ed organizzare un’attenta valutazione della vasculopatia periferica in tutti i soggetti a rischio di amputazione.
Questa tesi, attraverso uno studio retrospettivo che considera i pazienti sottoposti ad angioplastica nell'Azienda Ospedaliera Pisana durante gli ultimi 2 anni e mezzo, si propone di compiere un primo passo in questa direzione, realizzando un confronto tra i risultati clinici e i risultati angiografici ottenuti sulla base di classificazioni omogenee codificate in ambito internazionale.
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