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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02202017-205514


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
CERCHI, GIULIA
URN
etd-02202017-205514
Titolo
Ruolo della Risonanza Magnetica nella valutazione di attività infiammatoria nella malattia di Crohn
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Neri, Emanuele
Parole chiave
  • risonanza magnetica
  • crohn
Data inizio appello
14/03/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica idiopatica che colpisce tutto il tratto gastroenterico e che può presentare diversi livelli di gravità, diverse manifestazioni e un decorso clinico piuttosto imprevedibile. Il piccolo intestino è il segmento del tratto gastrointestinale che viene maggiormente interessato dalla malattia ed è, purtroppo, quello più difficilmente esaminabile con le tecniche endoscopiche.
La Risonanza Magnetica è una tecnica di indagine che ad oggi sta diventando sempre più importante nell’ambito della diagnosi e del follow up dei pazienti affetti da questa malattia; essa permette una valutazione della malattia di parete e del comparto extra parietale ed offre molteplici vantaggi che consentono di “stadiare” la malattia nella totale assenza di radiazioni ionizzanti (fatto assolutamente non irrilevante, vista la giovane età della maggior parte dei pazienti affetti da MC).
Lo scopo dello studio è stato quello di identificare il ruolo diagnostico della Risonanza Magnetica nella valutazione dell’attività di malattia in pazienti con diagnosi istologica di morbo di Crohn.
I dati ottenuti dall’analisi delle immagini, atti a valutare l’attività di malattia, sono stati posti in correlazione con il Crohn Activity Index (CDAI); questo indice è stato preso come riferimento poiché è un indicatore dello stato di malattia comunemente utilizzato nella pratica clinica e in molteplici trials. E’ stata dimostrata concordanza tra i risultati del nostro studio e la classificazione dello stadio di malattia ottenuta con il CDAI.
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