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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02192018-131508


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FINI, ELISABETTA
URN
etd-02192018-131508
Titolo
Uso dell'eparina nelle gravidanze a rischio di complicanze trombotiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Bottone, Pietro
correlatore Dott.ssa Battini, Lorella
Parole chiave
  • eparina
  • gravidanza
  • trombosi
Data inizio appello
13/03/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
L'eparina è un farmaco che trova un ampio utilizzo nella pratica clinica. Ha infatti indicazione nella profilassi e nel trattamento del tromboembolismo venoso e dell'embolia polmonare, nella profilassi della formazione di trombi in pazienti ad alto rischio (fibrillazione atriale, protesi valvolari meccaniche, ECMO), nell'infarto miocardico, nell'angina instabile, nelle trombosi cerebrali e in molte altre condizioni.
Presenta 2 diverse formulazioni: eparina non frazionata o standard e eparina frazionata o a basso peso molecolare (EBPM). In ambito ostetrico, e in particolare nelle gravidanze a rischio trombotico, viene impiegata l'EBPM. Questo perché non attraversa la placenta, quindi ha un profilo sicuro per il feto, e al dosaggio di 4000UI/die in 0,4 ml sottocute, svolge un'azione antitrombotica selettiva a livello dell'endotelio placentare, riducendo il rischio di effetti collaterali e migliorando il processo di placentazione.
In gravidanza, si instaura uno stato trombofilico fisiologico, caratterizzato da un aumento dei fattori procoagulanti e una diminuzione degli anticoagulanti fisiologici, finalizzato a ridurre il rischio emorragico. Tuttavia ci sono delle condizioni di trombofilia ereditaria (deficit della coagulazione geneticamente determinati) e acquisita (sindrome da anticorpi antifosfolipidi, diabete, restrizione della crescita fetale, preeclampsia) in cui questo rischio si accentua. Tutti questi stati trombofilici, oltre che al rischio trombotico, si associano a un deficit nel processo di placentazione, fattore che condiziona in maniera negativa l'outcome materno-fetale.
Tenendo in considerazione ciò, si è deciso di condurre uno studio per dimostrare l'efficacia dell'eparina nelle gravidanze a rischio di complicanze trombotiche. Il razionale di questo studio è dato dal fatto che in queste gestazioni la placenta non si forma in maniera corretta e si è supposto che l'eparina, agendo su di essa tramite numerosi meccanismi molecolari, possa essere efficace.
Abbiamo confrontato l'outcome materno-fetale del gruppo trattato con quello di un altro gruppo, omogeneo per fattori di rischio, ma non trattato; inoltre si è confrontato il gruppo di pazienti trattate con un gruppo di gestanti con gravidanza fisiologica. I dati dimostrano che il risultato ottenuto non solo è favorevole nelle pazienti trattate, ma è anche sovrapponibile a quello del fisiologico decorso gravidico.
L'outcome materno-fetale è stato valutato sulla base di alcuni parametri quali: durata in settimane della gestazione, modalità di parto, peso, lunghezza e circonferenza cranio del neonato, Apgar a 5 minuti, peso della placenta, pH arterioso, BE (eccesso di basi), pCO2 e pO2, rilevati tramite emogasanalisi (EGA) a livello dell'arteria ombelicale.
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