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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02172012-092548


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
BASSANO, ROBERTA
URN
etd-02172012-092548
Titolo
Il doping nel cavallo: differenza tra trattamento farmacologico a scopo terapeutico e uso illecito
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Mengozzi, Grazia
correlatore Dott. Meucci, Valentina
controrelatore Prof. Corazza, Michele
Parole chiave
  • regolamenti
  • trattamento farmacologico
  • tolleranza zero
  • doping
  • cavallo
Data inizio appello
09/03/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/03/2052
Riassunto
L’utilizzo dei cavalli nelle attività sportive richiede ottime capacità fisiche ed un istinto competitivo, caratteristiche che normalmente sono acquisite con programmi di allenamento e riproduzione selettiva. L’uso di pratiche che possono alterare le performance dell’atleta, sia in modo da favorire il cavallo sia in modo da sfavorirlo, compromette l’integrità delle competizioni e la salute del cavallo. Allo stesso tempo si deve considerare che non si può prescindere da una condizione di benessere degli animali; i cavalli atleti sono soggetti a “patologie professionali”, che necessitano di terapie per ripristinarne lo stato di salute. Lo scopo di questa tesi è stato di dare una visione d’insieme sul fenomeno del doping nelle competizioni sportive equestri partendo dalla sua storia e definizione. Analizzando successivamente le classi di farmaci impiegate e le pratiche utilizzate a tale scopo ed i relativi metodi analitici di rilevamento. L’attenzione principale è stata rivolta a distinguere il trattamento farmacologico a scopo terapeutico (uso lecito) dal doping (uso illecito). La differenza assume valenza etica e deontologica per il medico veterinario e salvaguarda l’interesse pubblico. E’ stata fatta una panoramica su tutti gli organismi sportivi che hanno affrontato e stanno affrontando questo problema. La politica anti-doping a tal fine ha ritenuto che il concetto di tolleranza zero non è idoneo per le sostanze ad uso terapeutico data l’alta sensibilità dei metodi analitici che svelano la presenza di concentrazioni anche irrilevanti dal punto di vista farmacologico. La determinazione delle concentrazioni plasmatiche o urinarie irrilevanti si basa sullo studio della farmacocinetica e della farmacodinamica di ogni singola molecola che, seguendo un approccio di gestione del rischio, permetta il calcolo delle concentrazioni non efficaci. Gli organismi di regolamentazione hanno recepito questa distinzione, con differenti approcci, ma con lo scopo comune di differenziare la presenza nel corpo dell’animale di sostanze somministrate al fine di alterare la prestazione e residui di sostanze utilizzate per tutelare la loro salute.
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