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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02132012-150252


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione
Autore
FORTE, LETIZIA
URN
etd-02132012-150252
Titolo
Ruolo della PET/CT nella valutazione della risposta dopo "High-Dose Single-Fraction Image Guided Radiotherapy" in pazienti oligometastatici: analisi descrittiva dei risultati preliminari della Divisione di Radioterapia Universitaria di Pisa.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
RADIOTERAPIA
Relatori
relatore Prof. Greco, Carlo
Parole chiave
  • PET/CT
  • High-Dose Single-Fraction
  • IGRT
Data inizio appello
26/03/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’utilizzo della CT/PET (Positron Emission Tomography) in Radioterapia, per la definizione del volume-target, sta diventando pratica routinaria, in quanto permette di integrare informazioni funzionali ed anatomiche consentendo di aumentare l’accuratezza nella definizione del target radioterapico.
Recentemente è stato dimostrato che il confronto della captazione PET pre- e post-radioterapia single fraction presenta caratteristiche peculiari per cui l’Imaging biomolecolare potrebbe assumere il ruolo di indicatore precoce di risposta terapeutica, anche se attualmente non è stato ancora individuato il timing corretto per la valutazione della risposta.
End point primario del nostro lavoro è stata l’analisi della cinetica del SUV in relazione allo stesso dato misurato pre-trattamento, cercando di individuare l’intervallo di tempo ottimale tra il trattamento e la rivalutazione con Imaging biomolecolare
Dal Gennaio 2010, presso l’Unità Operativa di Radioterapia dell’Università degli Studi di Pisa 49 pazienti in stadio IV di malattia, secondo l’AJCC 2010 (American Joint Committee on Cancer), ed appartenenti al setting oligometastatico, sono stati sottoposti ad HD-SF-IGRT. Quattro di tali pazienti sono stati irradiati su più di una sede di malattia secondaria extracranica per un numero complessivo di 57 trattamenti radianti ad alta dose.
In ordine di frequenza il tumore polmonare è risultato essere la patologia primitiva più frequente con 18 trattamenti complessivi (31.6%), seguito da lesioni secondarie a carcinoma prostatico (14%), colo-rettale (12.3%), mammario (10.5%), tumore a cellule chiare del rene (8.8%), carcinoma uroteliale (7%), adenocarcinoma dell’endometrio (7%) ed altre istologie (7%). Il diametro medio dei volumi irradiati è risultato essere 2,58 cm (range 1-5,3 cm).
Il follow-up medio e mediano attualmente disponibile è, rispettivamente, di 10,36 mesi e 8,5 mesi (range 1,5-24).



Tutti i pazienti hanno effettuato una CT/PET diagnostica per la valutazione basale del SUV, utilizzata anche per la definizione del volume di trattamento.
I trattamenti sono stati effettuati con Radiochirurgia Stereotassica con dose di prescrizione compresa in un range di 20-30 Gy prescritti all’isocentro od alla curva di isodose che meglio si conformava al PTV.
Generalmente le acquisizioni basali sono state effettuate entro 2 mesi dall’inizio del trattamento, mentre la prima valutazione post-radioterapia è stata eseguita dopo 6-12 settimane. I controlli successivi al primo prevedevano una schedula trimestrale per il primo anno e successivamente controlli semestrali.
Sebbene la casistica ed il follow-up siano limitati, i dati attualmente in nostro possesso suggeriscono c la possibilità che la PET possa assumere il ruolo di indicatore prognostico precoce nella valutazione della risposta al trattamento dei pazienti oligometastatici sottoposti ad HD-SF-IGRT. In particolare il riscontro di una riduzione >77% dell’attività metabolica sembra essere il parametro maggiormente correlato con la probabilità di ottenere un controllo locale di malattia a lungo termine, indipendente dalle caratteristiche biologiche della lesione.
Il timing di esecuzione del primo controllo rimane un aspetto ancora da indagare ma questa prima analisi suggerisce la possibilità che una adeguata rivalutazione con imaging biomolecolare possa essere effettuata con sufficiente affidabilità già a 6-12 settimane.
La conferma di tali affermazioni potrebbe permettere di identificare un setting di pazienti meritevoli di ulteriori approcci terapeutici.
Solo studi su un campione di pazienti più cospicuo e più lunghi periodi di osservazione potranno tuttavia stabilire con assoluta certezza quanto sopra affermato.
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