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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02102015-143257


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CONCU, VALENTINA
URN
etd-02102015-143257
Titolo
Analisi morfo-funzionale dello scheletro post-craniale di Ziphius cavirostris, Mesoplodon bowdoini e Hyperoodon ampullatus (Cetacea: Ziphhidae)
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Bianucci, Giovanni
Parole chiave
  • Ziphiidae
  • scheletro post-craniale
Data inizio appello
02/03/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Sulla base di osservazioni dirette, gli zifidi sono i cetacei che si spingono a maggiori profondità (superano i 1900m) e per una durata maggiore (1 h circa). Tra le tendenze evolutive dello scheletro degli zifidi compaiono caratteristiche peculiari, quali una pinna caudale la cui superficie idrodinamica è evidentemente poco sviluppata, pinne pettorali di ridotte dimensioni, una testa ridotta se paragonata alla lunghezza totale dell’animale e un rostro particolarmente denso. Durante la maturazione dell’individuo il rostro è soggetto a pachiostosi e osteosclerosi, caratteristiche dimorfiche e soggette a variazioni ontogenetiche. È stato proposto che questa struttura si sia evoluta per agevolare l’immersione; si tratta infatti dell’osso più denso in natura (in M. densirotris la densità di questa struttura è di 2.60 g/cm3). Sulla base di questa ipotesi, è stata condotta un’analisi morfo-funzionale della colonna vertebrale, al fine di stabilire se l’incremento ontologico della densità del rostro è enfatizzato da una ridotta densità dello scheletro post-craniale. Per ogni vertebra del rachide degli zifidi esaminati (Z. cavirostris, M. bowdoini e H. ampullatus) sono stati misurati la lunghezza, l’altezza e la larghezza del corpo vertebrale (CL, CH e CW rispettivamente), l‘altezza dei processi neurali (NPH, NAH e NSH) e il grado di inclinazione (NAI e NSI), tenendo conto del fatto che questi processi offrono punti d’inserzione per i muscoli coinvolti nella spinta propulsiva, quali il muscolo multifido e il lunghissimo del dorso. Per ognuna delle specie esaminate è stato calcolato il momento di forza e il momento di resistenza alla curvatura dorso-ventrale e latero-laterale ed è stato stimato il baricentro delle componenti assili. Il baricentro dello scheletro assile è stato stimato anche per Delphinus delphis – un piccolo delfinide che non si immerge oltre i 200 m di profondità – ed è stato confrontato con quello degli zifidi presi in esame, avvalorando l’ipotesi di partenza (il baricentro degli zifidi è notevolmente spostato in avanti). È stata eseguita una TAC (Tomografia Assile Computerizzata) sulla prima vertebra caudale (Ca1) dello zifio e del delfino comune, che ha messo in evidenza differenze notevoli tra le due specie, riconducibili probabilmente alla loro ecologia e quindi alla profondità preferenziale e alla dinamica del nuoto: in Z. cavirostris si osserva ρmean= - 423.03, mentre in D. delphis ρmean= - 104.54). In seguito alla micro-TAC, eseguita sulle falangi degli zifidi e del delfino comune, è emerso che M. bowdoini è caratterizzato da un tessuto trabecolare rarefatto (BV/TV=0.19, Conn.=846.88 e TbSpmean=0.82). Le trabecole di tutte le falangi esaminate sono tendenzialmente tubulari (SMI>2, tranne per H. ampullatus per il quale SMI<0).
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