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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02092011-223023


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
SANGIORGI, DANIELA
URN
etd-02092011-223023
Titolo
LO SVILUPPO SOSTENIBILE NELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA DEGLI ENTI LOCALI. ANALISI DELLO STATO DELL’ARTE E PROSPETTIVE FUTURE
Settore scientifico disciplinare
SECS-P/07
Corso di studi
ECONOMIA AZIENDALE
Relatori
tutor Prof. Farneti, Giuseppe
Parole chiave
  • Sviluppo sostenibile
  • piano strategico
  • pianificazione strategica
  • enti locali
  • analisi del contenuto
Data inizio appello
02/05/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’oggetto conoscitivo del presente elaborato è la valutazione del grado di considerazione dello sviluppo sostenibile da parte degli enti locali italiani nella formulazione dei loro piani strategici, venendo così a trattare due tematiche che hanno generato nel tempo crescenti livelli di attenzione, con particolare riferimento però al contesto imprenditoriale. Con il presente lavoro si intende proporre una visione unitaria dello sviluppo sostenibile e della pianificazione strategica, nell’ambito delle pratiche promosse dagli enti, in considerazione della loro legittima appartenenza al panorama degli studi economico-aziendali.
Lo studio si è così interrogato sulle possibili chiavi di lettura da attribuire ai fenomeni menzionati, cercando di rilevarne innanzitutto il grado di diffusione. In secondo luogo, il lavoro ha tentato di capire se la diffusione dei piani strategici con contenuti di tipo sostenibile, fosse riconducibile ad una qualche “moda del momento” oppure, se essa trovi implementazione a seguito di reali bisogni espressi dagli operatori pubblici per rispondere alle mutate esigenze di un contesto ambientale complesso e turbolento.
Per dar corpo a queste ipotesi, il metodo di ricerca seguito è quello deduttivo-induttivo secondo cui, partendo da alcune contestualizzazioni, che costituiscono l’imprescindibile bagaglio culturale cui attingere, si passa alla ricerca della loro verifica empirica. Più precisamente, seguendo l’itinerario d’indagine della ricerca empirica (Bryman 1988; Corbetta 1999), il lavoro si è sviluppato in una serie di fasi che coincidono, essenzialmente, con i capitoli in cui si suddivide il contributo.
Il primo capitolo è dedicato, infatti, all’esposizione dei fondamenti dell’approccio economico-aziendale. Tale operazione rappresenta un’imprescindibile premessa all’inizio di un lavoro che vede nell’azienda pubblica il suo oggetto di riferimento, in quanto le ricerche in tale ambito richiedono, più che in altre aree, di confrontarsi con le problematiche derivanti da diverse discipline (giuridiche, politico-amministrative, sociologiche, economico-politiche, aziendali, ecc.). La finalità principale del capitolo è pertanto quella di evidenziare, attraverso la lettura dei contributi dei principali e più autorevoli Autori della disciplina economico-aziendale, le origini e le evoluzioni che hanno interessato il concetto di azienda pubblica, giungendo così all’inquadramento dello specifico ambito in cui si colloca l’ente locale, con particolare attenzione alle logiche, ai principi guida ed ai caratteri essenziali che ne orientano e ne regolano il processo decisionale e gestionale.
Le considerazioni esposte rappresenteranno la base utile al fine di comprendere le logiche e le motivazioni che nell’ultimo decennio hanno sollecitato alcuni enti locali ad adottare strumenti di pianificazione strategica, volontari e di lungo periodo, in assenza di una specifica e condivisa teorizzazione, in quanto tematica emergente.
Lo sviluppo delle ipotesi del lavoro viene invece affidato al secondo capitolo mediante una esposizione mirata delle evoluzioni teoriche che hanno interessato la pianificazione strategica e lo sviluppo sostenibile nella letteratura internazionale e nazionale. In particolare, dopo aver introdotto gli aspetti definitori, le origini e i principali strumenti a supporto della pianificazione strategica nell’ambito degli studi economico-aziendali, viene proposta un’analisi delle caratteristiche che la stessa ed il suo principale strumento, il piano strategico, assumono nello specifico contesto considerato. Partendo dall’esposizione dalle prime concettualizzazioni di piano strategico presentate in letteratura, generalmente riferite all’ambito privato, si passa all’esame delle motivazioni attribuite a supporto dell’introduzione di tale strumento nel settore pubblico, con una particolare attenzione agli elementi che permettono di comprenderne le prassi costitutive, la struttura ed i contenuti. Successivamente, si passa all’inquadramento del concetto di sviluppo sostenibile, partendo dalla sua originaria definizione contenuta nel rapporto, pubblicato nel 1987, dalla Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED), meglio noto come Rapporto Brundtland. In tal modo, procedendo da una analisi della letteratura, si giunge all’esposizione dei principali orientamenti definiti in sede europea per la promozione dello sviluppo sostenibile di lungo periodo a livello centrale, nazionale e locale e degli impegni che gli stati membri hanno assunto con lo scopo di diffondere ed incentivare l’adozione di comportamenti e di politiche in tal senso orientati. Alla luce delle carenze emerse dall’analisi della letteratura effettuata, si propone in conclusione al capitolo una lettura dei primi contributi che hanno cercato di coniugare i due concetti, al fine di cogliere la finalità ultima dello studio, ovvero l’analisi delle pratiche di pianificazione strategica in ottica sostenibile operate dagli enti locali italiani.
In questa logica il terzo capitolo, per dare garanzia “non di verità, ma di rigore” (Croce, 2001, p. 19) esplicita le scelte metodologiche effettuate nella realizzazione della ricerca empirica proposta nella tesi. In particolare, nel presente studio, le scelte di natura ontologica ed epistemologica sono state le premesse per operare quelle di natura metodologica. Seguendo il paradigma interpretativista, la realtà indagata, ossia le pratiche di pianificazione strategica sostenibile degli enti locali, può essere ontologicamente investigata secondo una logica costruttivista, ciò che si va a studiare infatti, discende dallo stesso significato che la comunità di studiosi conferisce al tema. Mentre dal punto di vista epistemologico si può rinvenire una certa dipendenza tra ricercatore e oggetto di studio, bisogna evidenziare che essa è mitigata da chiare regole di analisi che non permettono al primo di influenzare il secondo in quanto comunque pre-esistente all’indagine. L’obiettivo è quindi quello di comprendere la realtà dei fatti per poter poi definire alcuni ideal-tipi. In tale ambito, la scelta metodologica si è orientata su un approccio di tipo interpretativo ricorrendo pertanto a tecniche qualitative che meglio permettono l’analisi dei documenti istituzionali selezionati; è stata così scelta, come tecnica di ricerca, l’analisi del contenuto (Holsti, 1969; Weber, 1990; Krippendorff, 2004).
Dalle ipotesi del lavoro, sviluppate secondo un approccio economico-aziendale e in base alle scelte metodologiche effettuate, si passa poi, nel quarto capitolo, alla presentazione e al commento dei risultati della ricerca. Al fine di affrontare il tema oggetto d‘indagine in modo unitario e coeso, e al tempo stesso coglierne la reale dimensione, è stato necessario porre in essere un suo ragionato approfondimento, ricercandone l’effettiva qualificazione nella realtà italiana e verificando così se nella prassi esistessero delle forme generalizzabili. Si è in questo modo cercato di dare risposta ai quesiti che il presente elaborato si è proposto, individuando, in primis, quanti e quali enti locali hanno adottato percorsi di pianificazione strategica e, tra questi, quali sono giunti alla pubblicazione di un piano strategico. In questo modo si è potuto disporre degli strumenti utili per rilevare in che misura i piani strategici pubblicati si conformano alle indicazioni europee in materia di sviluppo sostenibile e quali sono gli elementi che essi ritengono più rilevanti per il suo conseguimento, valutando, altresì, l’impulso che gli orientamenti europei, sintetizzati nell’ambito della Comunicazione 385 del 2006, hanno dato alle politiche sostenibili degli enti locali italiani.
Infine, dalle evidenze empiriche rilevate traggono spunto le conclusioni del lavoro, che indicano alcune formulazioni idealtipiche che può assumere la struttura e il processo di pianificazione strategica sostenibile negli enti locali. Va in tal senso annotato come il contributo di idee che si è cercato di elaborare, compresi i suoi aspetti normativi, nonché la verifica empirica, abbiano carattere propositivo, quale premessa, quindi, per effettuare ulteriori approfondimenti e ricerche che per primi ci si propone di affrontare negli anni avvenire.
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