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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02082019-120131


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
TRAMONTI, CATERINA
URN
etd-02082019-120131
Titolo
Efficacia di un training riabilitativo di tipo task-oriented nei disturbi deambulatori in pazienti affetti da Sclerosi Multipla.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Chisari, Carmelo
Parole chiave
  • riabilitazione
  • indagini neurofisiologiche
  • fattori prognostici.
  • circuito task-specifico
  • Sclerosi Multipla
Data inizio appello
27/02/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/02/2089
Riassunto
La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia neurologica cronica e degenerativa che colpisce comunemente giovani adulti in tutto il mondo, rappresentando una delle principali cause di disabilità nel tempo. Le difficoltà nella deambulazione sono molto comuni in queste persone, ed è stato dimostrato che circa l’80% dei pazienti presenta una perdita della capacità deambulatoria, e quindi di conseguenza della propria indipendenza ed autonomia. La progressiva disabilità che si accumula durante il corso della patologia, associata all’alta prevalenza di questi deficit nella SM, rende ragione del forte impatto sociale, economico ed in termini di qualità di vita provocato da questi disturbi. Il panorama attuale offre una moltitudine di approcci riabilitativi efficaci nel migliorare la performance motoria e la qualità di vita di queste persone. Sebbene, ad oggi, sia consigliata la preferenza di protocolli riabilitativi intensivi e personalizzati sulla base delle esigenze del paziente, non esistono delle linee guida condivise e specifiche e manca l’identificazione di precisi criteri di trattamento in termini di modalità, tempistiche e dosaggi. Si evidenzia, quindi, la necessità di conoscere dei fattori prognostici di miglioramento funzionale in maniera da poter proporre trattamenti riabilitativi altamente personalizzati.
In questo studio abbiamo quindi somministrato un intervento riabilitativo intensivo e task-specifico per i disturbi deambulatori in pazienti con uno specifico grado di disabilità motoria. Abbiamo quindi cercato di individuare dei fattori prognostici di miglioramento funzionale, attraverso l’utilizzo di estensive indagini cliniche, strumentali e neurofisiologiche. Lo scopo di questo tipo di approccio è quello di fornire dei marker clinici e strumentali con cui testare i pazienti, con il fine ultimo di strutturare trattamenti riabilitativi centrati sulla specificità della singola persona.
Nel primo studio, abbiamo valutato gli effetti di un protocollo riabilitativo di tipo task-oriented (TOCT) sulla biomeccanica del cammino in 19 pazienti affetti da SM di grado lieve-moderato. Inoltre, abbiamo studiato le eventuali correlazioni tra l’entità del recupero motorio e le modifiche della dinamica del cammino. I risultati dell’analisi chinesiologica del cammino hanno evidenziato un miglioramento dell’escursione dinamica del ginocchio in seguito al training. Inoltre, la performance funzionale ai test clinici prima del trattamento era correlata alle modifiche nei parametri spazio-temporali e della qualità di vita. Infine, la miglior performance ai test clinici in seguito al TOCT era associata ad una miglior cinematica della caviglia. Questi dati suggeriscono, quindi, la centralità di uno specifico inquadramento clinico-funzionale e strumentale nell’impostazione dei trattamenti riabilitativi.
Nella seconda parte dello studio, ci siamo invece focalizzati sulla valutazione meccanica ed elettrofisiologica della forza e della fatica e sulle possibili modificazioni in seguito all’esecuzione del circuito TOCT. I risultati hanno evidenziato come, ad un miglioramento funzionale delle scale cliniche, corrispondesse un aumento dell’output di forza in condizione isometriche durante la prova di estensione del ginocchio. Dall’altro lato, sebbene ci fosse un miglioramento della qualità di vita e della fatica percepita dai soggetti, non si è riscontrata alcuna modifica nella fatica meccanica ed elettrica in seguito al training riabilitativo. Le analisi delle correlazioni hanno rivelato come l’entità del miglioramento della qualità di vita percepita dai pazienti fosse associato al grado di incremento dell’output di forza esercitato alla prova di estensione del ginocchio. Presi nell’insieme, questi dati confermano quindi la centralità di alcune indagini clinico-funzionali in fase di “screening” dei pazienti, cui devono essere associate valutazioni strumentali di forza segmentale.
Nell’ultima parte di esperimenti, abbiamo invece strutturato uno studio con indagini neurofisiologiche e strumentali, al fine di valutare i correlati neurali delle modificazioni cliniche indotte dal training task-oriented. Abbiamo, quindi, sottoposto 16 pazienti alla registrazione di un elettroencefalogramma (EEG) a 64 canali prima e dopo il trattamento riabilitativo, al fine di verificare le modificazioni della connettività funzionale sia a livello inter- che intra-emisferico tra diverse regioni cerebrali. Contestualmente, abbiamo collezionato una Risonanza Magnetica (RM) basale prima dell’inizio della riabilitazione, quantificando l’entità del carico lesionale encefalico ed il grado di atrofia cerebrale. Le analisi delle correlazioni tra le variabili cliniche, neurofisiologiche e strumentali hanno evidenziato l’importanza della connettività funzionale studiata con due indici specifici: il weighted Phase Lag Index (wPLI) è un indice predittivo dell’entità del recupero funzionale, mentre il weighted Simbolic Mutual Information (wSMI) rappresenta una stima delle riorganizzazione funzionale corticale indotta dal TOCT. Dall’altro lato, il carico lesionale stimato con la RM non sembra essere determinante nel predire l’entità del recupero funzionale in seguito al training. Questi risultati suggeriscono un nuovo approccio metodologico: gli indici neurofisiologici possono rappresentare dei buoni marker in grado di stimare il recupero motorio e di seguire i fenomeni di plasticità corticale, fornendo degli ottimi strumenti nel processo decisionale di personalizzazione degli interventi.
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