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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02072022-123229


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DI RICCIO, EMILIA
URN
etd-02072022-123229
Titolo
La finanza sostenibile: l'introduzione dei BTP Green in Italia e la transizione ecologica nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Milazzo, Pietro
Parole chiave
  • BTP Green
  • Finanza sostenibile
  • Green Bond
  • NextGenerationEU
  • PNRR
Data inizio appello
24/02/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/02/2092
Riassunto
La finanza sostenibile individua l’insieme delle strategie di investimento che si pongono come obiettivo sia la generazione di un rendimento finanziario per l’investitore che la creazione di un valore sociale condiviso, inclusivo della mitigazione dei rischi ambientali e delle disuguaglianze presenti nella collettività.
Il presente elaborato si propone di analizzare l’inquadramento normativo a livello europeo della finanza sostenibile, focalizzando l’attenzione sul Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile pubblicato l’8 marzo 2018 e contenente le misure che la Commissione Europea intende adottare per orientare il mercato dei capitali verso un modello di sviluppo sostenibile, inclusivo e in linea con gli impegni assunti nell’ambito dell’Accordo di Parigi sul clima.
Uno dei principali strumenti di cui dispone la finanza verde è rappresentato dai green bonds, ossia titoli di debito i cui proventi sono destinati a finanziarie progetti con ricadute positive in termini ambientali. Tali strumenti adottano una struttura analoga alle altre obbligazioni, ma presentano uno specifico vincolo di destinazione della raccolta, per il quale è previsto un rendiconto annuale che informi gli investitori sull’effettivo utilizzo delle risorse.
Inizialmente i green bonds venivano emessi principalmente da istituzioni finanziarie sovranazionali, quali la Banca mondiale o la Banca Europea per gli Investimenti. Successivamente, anche le imprese private, gli intermediari finanziari nazionali e gli enti pubblici territoriali (come Stati, regioni e municipalità) hanno iniziato a fruire direttamente di tali strumenti finanziari per incrementare la disponibilità di capitali necessari a finanziare la transizione verso un’economia più sostenibile.
Di fatto, il 3 marzo 2021 anche il Tesoro italiano ha fatto il suo ingresso nel mercato del debito sovrano collegato alla finanza sostenibile emettendo il primo BTP Green, con scadenza al 30 aprile 2045. Secondo quanto indicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si tratta dei nuovi Titoli di Stato italiani connessi al mondo della finanza sostenibile, i cui proventi sono destinati al finanziamento delle spese statali a positivo impatto ambientale al fine di supportare la transizione ecologica del Paese e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 in base a quanto stabilito dal Green Deal europeo.
L’emissione italiana è stata preceduta dalla pubblicazione, avvenuta a febbraio 2021, del Quadro di riferimento per l’emissione di Titoli di Stato Green, ossia il documento che illustra la strategia ambientale adottata dall’Italia per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile europei e i quattro meccanismi essenziali che accompagnano le emissioni dei BTP Green.
Infine, l’ultimo capitolo si concentra su un’altra importante iniziativa europea, il programma straordinario denominato Next Generation EU, teso a favorire la ripresa dalla crisi economica e sociale provocata dalla pandemia da COVID-19.
Più specificatamente, il nuovo strumento dell’Unione europea per la ripresa da 750 miliardi di euro (ai prezzi del 2018) punta sull’accelerazione della transizione verde e digitale per rendere l’economia più resiliente, stabilendo un tetto minimo di spesa da destinare a tali missioni nei piani nazionali dei paesi membri aderenti all’iniziativa. Ogni Stato, infatti, deve indirizzare almeno il 37% delle risorse a disposizione ad azioni per il clima e la sostenibilità ambientale e almeno il 20% del fondo al settore digitale.
Il principale strumento del Piano per la ripresa è rappresentato dal Recovery and Resilience Facility, il quale assorbe quasi il 90% delle risorse programmate dal Next Generation EU con una dotazione pari a 672,5 miliardi di euro, messi a disposizione degli Stati membri sotto forma di prestiti (360 miliardi di euro) e sovvenzioni (312,5 miliardi di euro).
Per poter ricevere i finanziamenti di tale dispositivo, i Paesi membri hanno elaborato i loro Piani nazionali per la ripresa e la resilienza basandosi sulle priorità di investimento e di riforma individuate nell'ambito del semestre europeo. In particolare, il Piano per la ripresa e la resilienza italiano, contenente il programma di riforme e investimenti per il periodo 2021-2026, è stato trasmesso alla Commissione europea il 30 aprile 2021 e approvato definitivamente con Decisione di esecuzione del Consiglio dell’Unione europea il 13 luglio 2021.
La transizione ecologica rappresenta uno dei tre assi strategici sui quali si basa il contenuto del PNRR e per la quale è stato messo a disposizione il 37,5% dei fondi pari a 71,81 miliardi di euro con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e la sicurezza ambientale, ridurre le emissioni inquinanti nell’atmosfera, prevenire e contrastare il dissesto del territorio e minimizzare l’impatto delle attività produttive sull’ambiente.
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