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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02052020-223723


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DEL CORSO, ELEONORA
URN
etd-02052020-223723
Titolo
L'enigma del comportamento antisociale giovanile: studio all'interno di un carcere minorile femminile
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Muratori, Pietro
Parole chiave
  • comportamento aggressivo
  • devianza minorile
  • differenze di genere
  • fattori di rischio
  • valutazione
Data inizio appello
26/02/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/02/2090
Riassunto
Questa tesi inizialmente esamina la letteratura presente in merito al comportamento antisociale minorile al fine di ottenere una visione più ampia e, soprattutto, comprendere che cosa significa oggi “deviare” durante la delicata fase dell’adolescenza, periodo critico nel quale le ragazze spesso percepiscono una sensazione di abbandono e di isolamento che talvolta le indirizza verso scelte sbagliate.
Analizza poi le caratteristiche del comportamento aggressivo adolescenziale e la sua evoluzione nel tempo, la dimensione del fenomeno (giuridicamente punibile e nosograficamente inquadrabile), le differenze di genere e, scendendo nelle sue radici, approfondisce i maggiori tratti deficitari coinvolti nella sua manifestazione (controllo degli impulsi, empatia, risposta ambientale..), che danno vita ad un vasto spettro psicopatologico. L’attenzione è anche rivolta alla molteplicità dei fattori di rischio endogeni ed esogeni ed alla loro interazione nel favorire o meno un terreno fertile per lo sviluppo dei comportamenti disfunzionali.
L’obiettivo della ricerca di questa tesi è valutare, attraverso la somministrazione di tre questionari alle ragazze dell’Istituto Penale Minorile femminile di Pontremoli, la presenza o meno dei tratti manipolativi, anaffettivi, impulsivi nonché del grado di sensibilità nei confronti dell’ambiente e dello stile genitoriale percepito dalle giovani detenute.
Ottenuto così un quadro complessivo e multifattoriale di elementi che entrano in relazione tra di loro, e che rappresentano i fattori di rischio che maggiormente possono predisporre lo sviluppo di comportamenti antisociali, si giunge al secondo obiettivo di proporre future aree di studio in questa direzione, per raggiungere un maggior grado di comprensione delle differenze di genere che entrano in gioco nel comportamento deviante adolescenziale.
Concludendo, si evidenzia la fondamentale importanza dei processi di prevenzione, di presa in carico e di trattamento di queste ragazze, per raggiungere un maggior grado di consapevolezza collettiva di tale mondo crittografato, così da promuovere un benessere globale della società in cui le adolescenti devianti possono cambiare e diventare parti attive, totalmente integrate e non emarginate.
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