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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02052013-234838


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
ALOISI, TANIA
URN
etd-02052013-234838
Titolo
Il rapporto tra il sistema azienda ed il sistema dell'arte contemporanea. Lo studio di un caso
Settore scientifico disciplinare
SECS-P/07
Corso di studi
SCIENZE AZIENDALI, ECONOMICHE E MATEMATICO-STATISTICHE APPLICATE ALL'ECONOMIA
Relatori
tutor Prof. Verona, Roberto
Parole chiave
  • investimenti culturali
  • azienda
  • arte contemporanea
Data inizio appello
22/03/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La cultura e l’arte sono due indiscutibili e consolidati temi di ricerca delle discipline umanistiche e filosofiche e, dall’inizio del XX secolo, anche della sociologia.
La scienza economica, al contrario, ha indirizzato i suoi sforzi conoscitivi in questi ambiti soltanto in tempi recenti, essendosi vista prima costretta ad affrontare e a sopraffare le frequenti accuse di indebite invasioni di campo.
La vicinanza tra questi settori disciplinari, tuttavia, è ormai dimostrata e la loro trattazione congiunta è prerogativa della cosiddetta economia dell’arte e della cultura, branca di recente istituzione dell’economia politica.
A ben vedere, il dibattito accademico si è placato grazie anche alla constatazione che la scienza economica non mira ad entrare nel merito dei giudizi culturali ed estetici, bensì a prenderne atto.
Nonostante ciò, se analizziamo i contributi scientifici dell’economia dell’arte e della cultura, anche quelli più recenti, che non risalgono ad oltre un decennio fa, possiamo notare che la maggior parte di essi esordisce spiegando quanto sia azzardato trattare congiuntamente siffatte tematiche.
Roberta Comunian, nel suo articolo Investimenti culturali delle imprese e sviluppo locale, è del parere che, attualmente, a numerosi accademici appaia molto più improbabile riuscire ad associare la cultura e l’arte al concetto di competitività. Anche in questo caso, il dibattito scientifico, sebbene ancora agli esordi, è principiato e ha perfino dimostrato che le azioni imprenditoriali volte a promuovere la cultura e l’arte possono avviare un circolo virtuoso che contribuisce ad accrescere la competitività dell’azienda nei suoi mercati e la competitività del territorio.
A nostro avviso questi argomenti di ricerca si rivelano estremamente stimolanti anche in relazione al Bel Paese, depositario di uno dei più ragguardevoli patrimoni artistico-culturali al mondo.
È appurato che queste “ricchezze” rappresentino delle vere e proprie risorse strategiche per alcuni comparti produttivi, primi fra tutti quelli della moda e del design, oltre che per il turismo.
Il merito di simili fruttuose interazioni è da riconoscere persino alle città. Difatti, sin dalle loro origini più antiche, esse hanno assunto la veste di centri di attività culturali ed economiche, dimostrando l’apprezzabile capacità di generare cultura sotto forma di arte, idee, stili e comportamenti e di contribuire al raggiungimento di alti livelli di innovazione e di crescita economica, anche se non sempre o necessariamente in modo simultaneo.
Per di più, è necessario rilevare che il XXI secolo è iniziato contraddistinto da una forte e marcata convergenza tra la cultura e lo sviluppo economico.
Lo stesso sistema capitalistico sta vivendo una fase in cui i significati culturali dei suoi output assumono sempre più la valenza di componenti critici, se non addirittura dominanti, delle strategie produttive ed il patrimonio di conoscenze umane, nella sua complessità, è sempre più soggetto a mercificazione. Con siffatto termine ci riferiamo sia alla generalizzata trasformazione degli elementi della cultura in beni di largo consumo, sia all’accorpamento di un surplus di tipo simbolico-culturale, comunque estetico, in qualsivoglia tipologia di prodotto.
Alla luce dello scenario appena delineato, il principale obiettivo che ci siamo preposti in questa tesi dottorale è stato quello di indagare le decisioni d’investimento in arte contemporanea assunte dalle aziende private che svolgono, quale oggetto sociale, una qualsiasi attività economico-produttiva non attinente il comparto artistico-culturale.
Per soddisfare tale esigenza conoscitiva, ci siamo posti dei sub obiettivi che, come evidente, hanno orientato la trattazione dei capitoli sviluppati.
Il presente lavoro è riconducibile al filone di ricerca concernente gli investimenti culturali delle aziende, ma si contraddistingue per aver concentrato la sua attenzione su un settore ben distinto delle industrie culturali e creative: l’arte contemporanea.
Prendendo le mosse da alcune recenti indagini condotte dal Sistema Impresa e Cultura (che rivelano come in Europa il numero delle aziende che investono risorse in cultura aumenti progressivamente anno dopo anno) e da un’innata passione personale per l’arte, ci siamo prefissati di investigare e spiegare il comportamento di quelle “illuminate” aziende che, provviste di una spiccata capacità innovativa, considerano l’arte contemporanea un vero e proprio asset strategico: “vera e propria risorsa competitiva in grado di costruire un’identità forte e riconoscibile, di qualificare le relazioni all’interno e all’esterno dell’impresa, di produrre benefici per il territorio e la collettività”.
La tesi, che reca il titolo “Il rapporto tra il sistema azienda ed il sistema dell’arte contemporanea. Lo studio di un caso”, si compone di quattro capitoli.
L’argomento della tesi è stato scelto con il proposito di assecondare un personale ed insolito interesse di ricerca, che ci ha incoraggiato ad approfondire aspetti prima del tutto ignoti.
Al riguardo, con una propensione puramente esplorativa, nel primo capitolo siamo voluti risalire, attraverso l’analisi di un’influente letteratura internazionale e nazionale, ai prodromi della trattazione congiunta dei temi dell’arte e dell’economia.
Dopo aver appreso che diversi grandi maestri del pensiero economico, quali Adam Smith, John M. Keynes, John K. Galbraith, William J. Baumol e William G. Bowen, hanno segnato la nascita e la consacrazione dell’economia dell’arte, abbiamo voluto comprendere se, ed eventualmente come, il management ha analizzato, attraverso le sue chiavi di lettura, questioni attinenti il mondo dell’arte. Siamo pervenuti alla conclusione che, anche in questo settore disciplinare, si stanno progressivamente gettando le basi per la nascita di una nuova disciplina: l’arts management.
Per contro, l’economia aziendale non ha prodotto ad oggi contributi tali da lasciare intuire un suo sistematico interesse per l’arte. Tuttavia, richiamando alla mente la definizione giannessiana di azienda, abbiamo apportato alcune motivazioni volte a rilevare che la pratica artistica può irrompere in quella aziendale quale ottimo incitatore di innovazione, non soltanto in momenti in cui tutto sembra operare secondo le logiche del business as usual, ma anche in periodi, come quello che attualmente stiamo vivendo, caratterizzati da continue e frenetiche trasformazioni.
Il secondo capitolo è teso ad investigare il sistema dell’arte contemporanea, riconducibile, a nostro avviso, al concetto porteriano di cluster. Nello specifico, ci riferiamo al complesso di soggetti, pubblici e/o privati, d’influenza variabile, tra loro intimamente interconnessi, che offrono, a fini commerciali e/o culturali, ed in organizzazioni ad hoc, beni di lusso ad elevato contenuto simbolico idonei ad appagare un bisogno estetico e culturale che il compratore manifesta in occasione dell’impiego del suo potere d’acquisto.
Al riguardo siamo ricorsi alla nozione economico-aziendale di filiera, ma prospettando una personale esposizione delle fasi generatrici di valore nell’industria dell’arte contemporanea: la produzione, la vendita, l’esposizione-valorizzazione e l’acquisto. Nel corso della trattazione abbiamo inoltre adottato una duplice focalizzazione: oltre ad analizzare le peculiarità delle suddette operazioni, ci siamo interessati di fare emergere le strategie di comportamento degli attori che, in ognuna di esse, rivestono il ruolo di protagonisti.
Una volta chiarite le dinamiche del comparto dell’arte contemporanea, nel terzo capitolo sono state indagate le sue relazioni con il sistema azienda.
Ci siamo persuasi che l’azienda privata avente quale oggetto sociale un’attività non artistica, oltre a posizionarsi “a valle” della sopraindicata filiera, in veste di acquirente finale di opere d’arte, può assumere, all’occorrenza, la veste di produttore, distributore, espositore/valorizzatore di arte contemporanea. A tale proposito, sono stati analizzati i principali modelli d’investimento in arte contemporanea e le ripercussioni che questi hanno la capacità di produrre, seppure attraverso modalità ed intensità diverse, all’esterno e all’interno della compagine aziendale.
Alla luce della ricerca effettuata nei capitoli precedenti, volta ad indagare come un’azienda possa “teoricamente” collocarsi nelle diverse fasi della filiera dell’arte contemporanea, attraverso variegate tipologie d’investimento (mecenatismo, sponsorizzazione, partnership, ecc.) e per svariate motivazioni, ci siamo relazionati con una realtà aziendale locale promotrice di progetti artistici contemporanei, per investigarne l’effettivo comportamento. Il quarto capitolo accoglie il disegno, il rapporto e gli esiti della ricerca empirica.
Una volta chiariti l’obiettivo principale ed i sub obiettivi della ricerca, le indagini sono state condotte in ossequio ad un approccio metodologico di tipo misto: al contempo deduttivo ed induttivo.
Il compito affidato all’economia aziendale, sin dai suoi albori, è quello di spiegare il comportamento delle aziende, al fine di orientarle verso propositi coerenti con la loro funzione.
Le aziende sono dei soggetti economici attivi dotati di potere decisionale, il cui agire è fortemente influenzato, ma non determinato totalmente, dall’ambiente.
La metodologia di ricerca assume un’importanza strategica perché insegna il modo in cui si può acquisire e creare la conoscenza di siffatte entità. Ne deriva che “se il metodo rappresenta la via da seguire per arrivare a determinati risultati, allora esso è complesso, formato da tanti procedimenti a seconda degli aspetti e non è di per sé né soltanto induttivo, né soltanto deduttivo, ma scaturisce da ambedue queste tendenze di ragionamento congiunte ed intrecciate in un procedimento logico globale”.
La fase deduttiva è predominante nei primi tre capitoli. Per dare risposta agli obiettivi di ricerca, che ci siamo in essi prefissati, è stata posta in essere un’approfondita ricognizione della letteratura, nazionale ed internazionale. Più specificatamente, sono stati analizzati i contributi scientifici attinenti l’economia aziendale ed il management. Tuttavia, considerando l’inconsueto argomento della ricerca, è stato necessario, se non fondamentale, ricorrere a settori disciplinari attigui (quali l’economia dell’arte, l’arts management, il marketing, l’economia e gestione delle imprese) oltre ai contributi di esperti dell’industria dell’arte contemporanea, appartenenti non soltanto al mondo accademico ma anche a quello professionale. Infatti, anche in questa parte del lavoro, si sono dimostrate chiarificatrici le interviste rilasciate dagli informatori chiave del case study oggetto di trattazione dell’ultimo capitolo.
Nel quarto capitolo è predominante l’approccio induttivo della ricerca. Alla luce di quanto emerso dalla rassegna della letteratura, è stata studiata una realtà aziendale, per indagare come, effettivamente, nella pratica, il sistema azienda possa relazionarsi con quello dell’arte contemporanea. È evidente, la ricerca risente di alcuni limiti. Nonostante lo studio del caso singolo sia stato condotto al fine di investigare un fenomeno sociale inconsueto, disorganicamente affrontato in letteratura, i risultati cui siamo pervenuti non sono generalizzabili indiscriminatamente.
Il contributo innovativo del nostro lavoro è ravvisabile nella trattazione congiunta di molteplici aspetti eterogenei e multidisciplinari che, comunque, trovano la loro ragione d’essere nell’azienda.
L’argomento è esso stesso innovativo in quanto ad oggi scarsamente dibattuto, anche se, a nostro avviso, nel mondo accademico e professionale, si stanno gettando le basi per la diffusione di una seria ed ampia riflessione sul valore della cultura e dell’arte per l’azienda e la sua classe dirigente.
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