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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02042010-121302


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
GIORGIO, BIAGIO
URN
etd-02042010-121302
Titolo
Studio vulcanologico delle porzioni sommerse del Distretto Vulcanico Flegreo attraverso indagini di sismica marina da alta risoluzione e correlazione della facies alle interfacce terra mare
Settore scientifico disciplinare
GEO/08
Corso di studi
SCIENZE DELLA TERRA
Relatori
tutor Prof. Sbrana, Alessandro
relatore Prof. Giordano, Francesco
commissario Isaia, Roberto
commissario Corradi, Nicola
Parole chiave
  • Sezioni terra-mare
  • Profili Sismici Sparker
  • Ignimbrite Campana
  • Modelli geologici
  • Geofisica marina
  • Tufi Gialli
  • Campo Vulcanico Ischitano
  • Tufo Verde Monte Epomeo
Data inizio appello
15/03/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/03/2050
Riassunto
Una conoscenza geologica basata su una stratigrafia ad alta risoluzione in aeree densamente urbanizzate è fondamentale affinché queste si possano sviluppare e accrescere preservando quei parametri di sicurezza essenziali per la tutela della popolazione e le sue strutture. Particolare attenzione va dedicata a tutte le aree urbane in situazioni di alto rischio geologico, vulcano-tettonico e alluvionale.
Gli spazi costieri in particolare i settori di transizione terra-mare sono sistemi sempre più chiusi e vulnerabili, entità fisiche in continua e rapida evoluzione, strettamente connessi ad un contesto ambientale molto più vasto e complesso di quello che solitamente viene rappresentato. L’evoluzione di tali aree è collegata a processi morfodinamici che sono propri dell’ambiente costiero e che si trovano a interagire con i complessi fenomeni vulcanici. In una simile situazione la giusta e corretta conoscenza geologica di base legata ad una meticolosa raccolta di dati collegata ad una fedele rappresentazione cartografica, costituisce l’elemento da cui partire per le molteplici attività che sono state programmate e svolte nel lavoro che presenterò.
Il lavoro di ricerca che ho sviluppato durante il dottorato è stato collegato ad una attività mirata alla conoscenza di tutti gli aspetti geologici, vulcanologici, stratigrafico‐strutturali e geofisici marini del Distretto Vulcanico Flegreo, legati al Progetto C.A.R.G (cartografia regionale geologica) di rilevamento dei Fogli di Napoli e Ischia.
Le aree studiate riguardano principalmente due settori del Distretto Vulcanico Flegreo cioè il Golfo di Napoli, fino al limite con l’isola di Nisida e tutta la zona marina che dal canale di Ischia si protrae verso l’offshore occidentale dell’isola stessa. Nell’ambito di questo progetto che prevede più gruppi di ricerca indirizzati su aspetti scientifici specifici,Dipartimento di Scienze dell’Ambiente dell’Università Parthenope di Napoli, l’ISPRA-Servizio Geologico e la Regine Campania, il mio apporto al miglioramento delle conoscenze dell’area verte, con particolare attenzione, allo studio di alcuni ambiti fisiografici comunemente chiamati interfacce terra‐mare. Seguendo tale strada, gli obiettivi principali del programma di ricerca sono legati, in particolare, alla costruzione di un modello geofisico‐vulcanologico capace di calibrare attraverso l’analisi e l’interpretazione di profili sismici ad alta risoluzione del sottofondo marino dell’area indicata, i principali depositi geologici e vulcanologici a terra con quelle che sono le facies sismo‐stratigrafiche identificate nelle zone sommerse.
Le prospezioni di geofisica marina a riflessione consistono nel generare onde elastiche in un determinato punto in prossimità della superficie del mare e nel registrare i tempi di arrivo delle onde riflesse dalle discontinuità del sottofondo marino. Il risultato ottenuto è una serie di echi i cui tempi di arrivo sono proporzionali alle reciproche distanze quindi in definitiva, ad una stratigrafia del sottofondo marino. In funzione della potenza del segnale sismico, dello spettro di frequenze generato e dalla lunghezza dell’impulso è possibile variare la penetrazione delle prospezioni sismica adattando il metodo all’obiettivo della ricerca. La prospezione geofisica utilizzata per il seguente lavoro di tesi di dottorato riguarda la sismica monocanale ad alta risoluzione, ovvero un tipo di apparecchiature che privilegiando la risoluzione rispetto alla penetrazione è particolarmente adatto per lo studio dei depositi lungo costa, alle interfacce terra-mare, oltre che l’assetto delle coltri deposizionali sulle Piattaforme Continentali.
La tesi di dottorato è strutturata con una prima parte, dove è presentato il lavoro, si evidenziano gli obiettivi proposti, si individua geograficamente l'area di studio, si introducono le conoscenze geologiche pregresse, si presentano i dati su cui si svilupperà il lavoro e, infine, si descrive la metodologia seguita per raggiungere i risultati.
La seconda parte è dedicata allo studio sismo-stratigrafico dei domini Napoletano e Ischitano, si definiscono e si descrivono le unità sismo-stratigrafiche principali e le loro relazioni con il contesto tettonico che ha dato origine alla configurazione attuale del Plateau Ignimbritico Ischitano e si ipotizzano movimenti tettonici che hanno destabilizzato la zona Napoletana.
Una terza parte è dedicata alla realizzazione di modelli geologi attraverso l’ausilio dei software Gis e 3D GeoModeller fondamentali poiché consentono di manipolare, elaborare dati diversificati e di realizzare carte tematiche, modelli digitali del terreno e soprattutto sono da supporto per capire le volumetrie e i rapporti tra le unità geologiche.
Lo studio dei profili sismici acquisiti con strumentazione ad alta risoluzione, tipo Sparker, mi ha permesso di definire dieci unità sismo-stratigrafiche identificate da sigle dalla Us1 alla Us10 per il dominio Ischitano e quattro unità sismo-stratigrafiche dalla Us1 alla Us4 per il dominio Napoletano. Tali sigle sono state inserite in una tabella semplificativa che illustra tutte le unità sismiche (Us) dal punto di vista grafico, descrittivo, attraverso le regole della sismo-stratigrafia, e lito-stratigrafico. Alcune unità sismo-stratigrafiche non sono state inserite nella tabella poiché individuate localmente e con entità non rilevante ai fini della ricerca.
Quest’approccio è stato fondamentale perché mi ha consentito di chiarire l’origine di numerose unità vulcaniche presenti nelle sequenze a terra sull’Isola di Ischia e di attribuirne la provenienza dai numerosi vulcani presenti nell’area marina oltre che definire la distribuzione di depositi vulcanici nel Golfo di Napoli.
La zona studiata è rappresentata da due campi vulcanici attivi, la cui attività e i cui depositi principali sono da tempo sede di studi.
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