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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-02022015-103216


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PRIVITELLI, MARIA FRANCESCA
URN
etd-02022015-103216
Titolo
FINANZA COMPORTAMENTALE: come gli investitori scelgono in condizioni di incertezza.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof. Filippi, Francesco
Parole chiave
  • finanza comportamentale
  • finanza classica
  • utilità attesa
  • prospect theory
Data inizio appello
23/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel mio elaborato mi sono occupata di mettere in evidenzia le anomalie che vengono fuori dalla teoria economica classica, la quale fondandosi sull’efficienza dei mercati e sulla razionalità assoluta degli agenti decisionali, perfettamente informati e guidati dal principio della massimizzazione della propria funzione di utilità, non riesce a spiegare alcuni comportamenti messi in atto dagli agenti. E’ proprio per questo motivo che interviene la finanza comportamentale, un filone di studi relativamente recente che affronta una visione più realistica in cui gli agenti non hanno tutte le informazioni a disposizione e si lasciano influenzare da fattori emotivi, assumendo atteggiamenti non in linea con gli assunti della finanza classica.
Intorno agli anni ’70 alcuni psicologi iniziano a paragonare i modelli cognitivi del processo decisionale in contesti di rischio ed incertezza, con gli assunti della teoria economica classica, evidenziando alcune anomalie che mettono in discussione l’ipotesi base della razionalità assoluta e dando risalto al ruolo di reazioni emotive e pregiudizi cognitivi.
La finanza comportamentale non nasce dunque per sostituirsi alla teoria della finanza tradizionale, che costituisce la base del sapere finanziario, ma per integrarla negli aspetti più difficili da spiegare e per fornire un supporto, in quanto il continuo susseguirsi di bolle speculative e di crisi finanziarie ha messo in luce con maggior evidenza che l’ipotesi di razionalità degli investitori e l’assunto di efficienza dei mercati sono del tutto irrealistici, poiché non riescono a descrivere l’effettivo comportamento degli individui di fronte al rischio e neppure il modo in cui in realtà essi valutano le informazioni disponibili, formulano le loro previsioni ed attuano le loro scelte di investimento e di allocazione di portafoglio.
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