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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-02022011-104523


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
GIORGETTI, SILVIA
URN
etd-02022011-104523
Titolo
Rapporti tra disfunzione motoria e profilo cognitivo nella Malattia di Parkinson: evidenze da uno studio in pazienti in fase iniziale di malattia
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Murri, Luigi
relatore Dott. Ceravolo, Roberto
Parole chiave
  • disfunzione cognitiva
  • Mild Cognitive Impairment
  • fenotipi motori
  • Malattia di Parkinson
Data inizio appello
22/02/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/02/2051
Riassunto
La Malattia di Parkinson (MP), sebbene nota principalmente come disordine del movimento, si accompagna frequentemente a disfunzione cognitiva, che può evolvere fino allo sviluppo di un quadro di vera e propria demenza. La disfunzione cognitiva, nella forma di una sindrome disesecutiva in particolare, è frequente fin dalle fasi iniziali della malattia e può essere identificata con il concetto di Mild Cognitive Impairment (MCI). Fin dalle fasi iniziali è inoltre possibile riconoscere differenti presentazioni della sintomatologia motoria, che consentono di classificare i pazienti in base alla prevalenza di tremore, rigidità, bradicinesia o sintomi assiali, e di predire potenzialmente lo sviluppo di complicanze cognitive.
Obiettivi del presente studio sono stati quelli di valutare caratteristiche e prevalenza della disfunzione cognitiva in pazienti con MP in fase iniziale non trattati farmacologicamente, identificare i fattori clinici e demografici associati con la disfunzione cognitiva, e valutare il rapporto esistente tra tale profilo cognitivo e i fenotipi motori identificati nella MP.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione neuropsicologica completa [intervista semistrutturata, Mini-Mental State Examination (MMSE), Stroop Test, Rey Auditory Verbal Learning Test (RAVLT), Trail Making Test A/B/B-A, Coloured Progressive Matrices Raven 47 (CPM47), Modified Wisconsin Card Sorting Test (MWCST), Digit Span, Corsi Span, Frontal Assessment Battery (FAB), Fluenza Verbale Fonemica, Figura Complessa di Rey-Osterrieth] e i punteggi ottenuti, opportunamente corretti per eventuali fattori riguardanti età e scolarità, sono stati confrontati con i cut-off di normalità. Un singolo test alterato è stato considerato sufficiente per definire la presenza di disfunzione cognitiva. Un paziente è stato considerato affetto da MCI qualora 2 test siano risultati alterati nello stesso dominio cognitivo indipendentemente dalla presenza o meno di una difficoltà cognitiva soggettiva o riferita dal familiare.
La definizione del sottotipo motorio è stata ottenuta mediante analisi dei punteggi dell’UPDRS II e III. Sono stati definiti 3 possibili fenotipi: TD (Tremor Dominant), PIGD (Postural Instability Gait Disorder) e ND (Non Determinato). Per ciascun paziente inoltre sono stati calcolati anche i punteggi riguardanti tremore, rigidità, sintomi assiali e bradicinesia. Inoltre, valutando esclusivamente la presenza o assenza di tremore, i pazienti sono stati distinti nei due gruppi: “tremore 0” e “tremore ≥1”.
Sono stati arruolati nello studio 100 pazienti e 100 controlli; di tutti questi è stata condotta la valutazione neuropsicologica. Sette dei pazienti non sono stati arruolati nello studio di valutazione dei sottotipi motori per l’indisponibilità del punteggio dei singoli item dell’UPDRS III. L’età media dei controlli è risultata di 66.8 anni, quella dei pazienti con MP di 65.8. Il range di variabilità del punteggio H&Y è tra 1 e 2, l’UPDRS III medio di 13.6 punti. Per tutti i pazienti la durata di malattia era inferiore a 36 mesi, mediamente di 15.8 mesi.
La valutazione neuropsicologica individuale, ovvero confrontando i risultati sia del gruppo dei pazienti che dei controlli con i valori normativi disponibili e considerando come intervallo di normalità la media ±2SD della prestazione nella popolazione di controllo, ha mostrato che il 35% dei pazienti e il 7% dei controlli presentavano almeno un test alterato. Il test Chi2 ha mostrato che la prevalenza della disfunzione cognitiva era significativamente diversa tra i due gruppi (p<0.001). Dei 35 pazienti con compromessa funzione cognitiva, 20 pazienti (20% del totale, 57% del gruppo con disfunzione cognitiva) presentavano alterazioni in un singolo dominio cognitivo (19% mnesico, 23% esecutivo-attentivo, 12% visuo-spaziale, 3% linguaggio); 15 pazienti (15% del totale e 43% del gruppo con disfunzione cognitiva) presentavano alterazioni in almeno due domini cognitivi. Dei 7 controlli con alterazioni cognitive 6 presentavano compromesse prove del dominio esecutivo, 1 del dominio linguaggio.
La performance globale della popolazione con MP rispetto ai controlli, valutata tramite confronto fra gruppi, mostra una prestazione significativamente peggiore nella FAB (p=0.011), nel richiamo delle parole di Rey sia immediato (p<0.0001) che differito (p<0.001), nelle CPMR47(p=0.005), nelle matrici attentive (p=0.04), e in tutte le prove della figura di Rey [copia (p<0.001), richiamo immediato (p=0.033) e differito (p=0.002)].
Per quanto riguarda la valutazione del profilo motorio, esaminando la distribuzione dei pazienti nei differenti fenotipi classificati secondo Jankovic, il fenotipo TD è risultato presente nel 56.0% della popolazione totale in studio, il fenotipo PIGD nel 36.5% e il fenotipo ND nel 7.5%.
L’analisi del rapporto tra profilo motorio e disfunzione cognitiva mostra una significativa prevalenza di pazienti con almeno un test alterato e di pazienti con MCI nel gruppo con fenotipo PIGD; tale dato è coerente con il riscontro di una netta preponderanza del fenotipo tremore 0 nei pazienti con MCI. I punteggi riguardanti bradicinesia e sintomi assiali mostrano una correlazione inversa significativa con i punteggi di FAB, MMSE e le categorie del Wisconsin (p<0.001); inoltre, sebbene ad un livello di significatività inferiore, gli stessi punteggi risultano correlati con il richiamo immediato e differito delle parole di Rey (p<0.05) mentre i punteggi di rigidità e bradicinesia con la copia della figura di Rey (p<0.01). Una correlazione inversa è emersa anche tra CPM 47 e i punteggi per bradicinesia, rigidità e sintomi assiali. Una correlazione diretta è emersa tra il TMT A e B e il punteggio della bradicinesia (p<0.01) e ancora tra questo e il numero degli errori perseverativi del Wisconsin (p<0.01). Nessuna correlazione è emersa invece tra i punteggi dei test NPS ed il punteggio riguardante il tremore. Sempre in merito agli indici motori, è emerso che i punteggi riguardanti rigidità, bradicinesia e sintomi assiali sono correlati tra loro in maniera statisticamente significativa (p<0.001), mentre il tremore non risulta correlato a nessuno degli altri indici, oltre a non essere correlato, come già detto, ad alcuna performance cognitiva. Inoltre, confrontando la performance dei test NPS tra i pazienti appartenenti alle categorie TD e PIGD, questi ultimi hanno mostrato una performance peggiore in pressoché tutti i test somministrati, raggiungendo una significatività statistica solo nelle prove di memoria verbale immediata e differita (p<0.05), analoga al risultato che si ottiene confrontando il gruppo di pazienti con tremore 0 con quelli con tremore ≥1 (p<0.05).
Questo studio ha consentito di confermare che un gruppo significativo di pazienti con MP presenta una compromissione cognitiva lieve già in fase precoce di malattia, con una peggiore performance rispetto ai controlli sia nelle funzioni esecutive che in quelle mnesiche. Inoltre, l’analisi dei rapporti tra profilo motorio e disfunzione cognitiva ha permesso di concludere che presentazioni sintomatologiche caratterizzate da bradicinesia o da sintomi prevalentemente assiali, con instabilità posturale e disturbo della marcia, possono essere considerate predittrici di sviluppo di complicanze cognitive.
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