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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01312016-220553


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
SCATENA, CRISTINA
URN
etd-01312016-220553
Titolo
Il fenomeno dell'inutilizzabilità nella disciplina delle intercettazioni.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
  • inutilizzabilità
  • intercettazioni
Data inizio appello
22/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La presente tesi ha ad oggetto l’analisi dell’istituto dell’inutilizzabilità nella disciplina delle intercettazioni di conversazioni e comunicazioni. Le intercettazioni sono un mezzo di ricerca della prova estremamente efficace ma che comporta un’evidente invasione nella sfera di riservatezza dei soggetti, incidendo direttamente sui diritti costituzionalmente garantiti quali la privacy all’interno del domicilio (art. 14 Cost.), la libertà e la segretezza di ogni forma di comunicazione (art 15 Cost.).
La prima parte del lavoro analizza il concetto e le specie di inutilizzabilità per poi passare all’esame dell’art 271 c.p.p. che, in materia di intercettazioni, prevede una specifica “inutilizzabilità speciale”, rispetto alla più generale norma di riferimento contenuta nell’art. 191 c.p.p. Nel primo capitolo sono inoltre affrontate le tematiche maggiormente rilevanti inerenti l’utilizzazione dei risultati delle intercettazioni nelle varie fasi del procedimento penale ed alcune questioni problematiche come la c.d. motivazione per relationem e il tema della c.d .inutilizzabilità derivata o “a catena”.
Il secondo capitolo è dedicato all’analisi della c.d. “prova incostituzionale”; con questa espressione si intende quella prova assunta in violazione dei diritti fondamentali riconosciuti dalla nostra Costituzione. In particolare sono analizzate alcune delle molteplici prove che presentano profili di attrito con le libertà costituzionalmente tutelate e che interessano maggiormente la tematica delle intercettazioni, come la disciplina dell’acquisizione dei tabulati telefonici, quella delle intercettazioni ambientali e delle maggiori problematiche connesse a questa forma di captazione. Infine viene analizzata la questione relativa alle intercettazioni del Presidente della Repubblica, esaminando in particolare la sentenza della Corte Costituzionale n. 1 del 2013 che ha ricostruito la normativa concernente le intercettazioni telefoniche nei confronti del Presidente della Repubblica a seguito di un conflitto di attribuzioni sollevato dal Capo dello Stato dinanzi alla Corte Costituzionale.
Il terzo capitolo riguarda la materia relativa alle intercettazioni illegali. Con il decreto 259 del 2006 convertito con modificazioni dalla legge n 281 del 2006, sono state apportate diverse modifiche al codice di procedura penale, le quali, riformulando l’art 240 c.p.p., dispongono soprattutto la distruzione dei documenti riguardanti le intercettazioni illegali o documenti relativi ad informazioni raccolte illegalmente. Viene introdotto inoltre un nuovo reato di detenzione di atti e documenti derivanti da intercettazioni illegali, di cui sia stata disposta la distruzione, per il quale è prevista la reclusione da 6 a 4 anni.
Infine è analizzata la sentenza della Corte Costituzionale n. 173/2009 che dichiara la parziale incostituzionalità della disciplina relativa alla distruzione dei documenti illegali, introdotta nell’art. 240 c.p.p. dal suddetto decreto.
Nelle conclusioni si fa cenno al disegno di legge di riforma del processo penale approvato il 23 settembre 2015 dalla Camera, che contiene una delega al governo a riformare le norme in materia di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni.
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