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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01302009-112410


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LEONI, VALENTINA
URN
etd-01302009-112410
Titolo
Trattamento delle lesioni da cinghiale nel cane: esperienza clinica di due anni
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
Relatore Prof. Carlucci, Fabio
Relatore Dott. Barsotti, Giovanni
Relatore Prof. Vannozzi, Iacopo
Parole chiave
  • trauma
  • pneumotorace
  • ferite penetranti
  • cani
  • cinghiale
Data inizio appello
06/03/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/03/2049
Riassunto
Scopo del presente studio è stato quello di valutare le caratteristiche delle lesioni da morso di cinghiale a carico dei vari distretti anatomici del cane e analizzare le metodologie utilizzate per la loro risoluzione e i risultati ottenuti dal follow-up perioperatorio dei soggetti, in modo da individuare il procedimento chirurgico ottimale per il trattamento in emergenza di queste ferite. Nel presente lavoro di tesi sono stati presi in considerazione 49 cani per un totale di 62 ferite penetranti localizzate a livello di torace, addome e arto posteriore. I soggetti con diagnosi di ferita penetrante da morso di cinghiale, sono stati valutati durante due stagioni di caccia (Novembre 2005-Gennaio 2006 e Novembre 2006-Gennaio 2007) e hanno riportato nella maggior parte dei casi ferite toraciche con pneumotorace aperto. I traumi addominali sono stati caratterizzati prevalentemente da lesioni da sventramento, in alcuni casi con prolasso dei visceri addominali, attraverso ferite localizzate nelle porzioni laterali dell’addome. Le lesioni a carico dell’arto posteriore esaminate erano, invece, equamente distribuite a livello del tendine d’Achille e del nervo sciatico. Dall’esame dei risultati è emerso che il numero di complicazioni intra e perioperatorie è stato relativamente basso, ciò ha messo in evidenza come, le diverse tecniche chirurgiche, impiegate per il trattamento delle lesioni penetranti da cinghiale, siano state un valido supporto per la risoluzione di queste patologie solitamente associate ad un’alta mortalità nel cane da caccia.
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