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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01292014-181920


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCOTTI, WALTER
Indirizzo email
scotti.walter@yahoo.it
URN
etd-01292014-181920
Titolo
Il business model delle banche e la crisi finanziaria
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, BORSA E ASSICURAZIONI
Relatori
relatore Ferretti, Paola
Parole chiave
  • BNP Paribas
  • UniCredit
  • Liikanen report
  • Rapporto Liikanen
  • Indipendent Commission on Banking report
  • ICB report
  • Volcker rule
  • Basilea 3
  • Basilea III
  • vigilanza
  • performance
  • rischio
  • efficienza
  • capitale
  • dimensioni
  • fonti di raccolta
  • diversificazione
  • banche
  • banca
  • modelli di business bancari
  • struttura organizzativa
Data inizio appello
28/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
La crisi finanziaria, iniziata con la crisi dei mutui subprime nel 2007, ha spinto le economie avanzate verso decrescita, aumenti dei tassi di disoccupazione e sfiducia nei confronti delle istituzioni che avrebbero dovuto garantire l’integrità di quei settori dell’economia che hanno innescato una crisi economica che, a cinque anni dalla bancarotta della banca d’affari Lehman Brothers, è ancora causa fallimenti aziendali e licenziamenti.
Gli interventi di politica economica e monetaria adottati furono senza precedenti, facendo così gravare sulle spalle dei contribuenti gli errori commessi dalle banche.
Fin da allora, erano ben chiare le cause della crisi finanziaria e le possibili soluzioni da adottare per evitare che si ripetessero situazioni simili in futuro. Sotto accusa finirono le banche di investimento statunitensi che adottarono un modello di business troppo rischioso per la libertà che era stata concessa loro dalle istituzioni. Si evidenziò così l’esigenza di regolamentare nuovamente i modelli di business per tutelare i risparmiatori e i contribuenti. Ci si chiese se esistessero modelli di business meno rischiosi di altri e come regolamentare i modelli maggiormente rischiosi. La crisi poteva fornire spunti di riflessione in tal senso, in quanto alcuni modelli potevano aver retto meglio di altri i contraccolpi degli shocks finanziari.
La comprensione di questi interrogativi può portare alla delineazione di una legislazione che, tendendo conto delle caratteristiche dei diversi modelli di business, riesca a tutelare risparmiatori e contribuenti attraverso un sistema finanziario più stabile, più trasparente e più sostenibile. Le intenzioni della trattazione sono proprio quelle di evidenziare le caratteristiche dei modelli di business per capirne la rischiosità e il loro contributo alla stabilità finanziaria e alla crescita economica.
Gli interrogativi sui business model posti dalla crisi hanno trovato risposta in riforme regolamentari adottate sia negli Stati Uniti che in Europa anche se con risultati differenti. Un altro obiettivo della trattazione sarà appunto la descrizione di tali interventi per provare a capire l’effettiva efficacia degli stessi.
Al fine di raggiungere gli obiettivi appena illustrati, la metodologia di ricerca delle fonti comporterà l’acquisizione di pubblicazioni scientifiche, articoli tratti da riviste specializzate e dalla stampa generica, testi normativi, bilanci consolidati e relazioni annuali delle banche oggetto di studio.
L’articolazione della tesi sarà la seguente: nel primo capitolo, intitolato “I modelli di business bancari e il contesto di crisi”, verranno definiti i modelli di business bancari e verrà effettuata una rassegna della letteratura per individuare le caratteristiche degli stessi. Al fine di individuare l’impatto della crisi sui modelli di business, nella seconda parte del capitolo verranno descritti gli effetti della stessa su performance, raccolta e rischi. Infine verranno indicati gli insegnamenti della crisi in materia di business model.
Il secondo capitolo, descriverà gli interventi regolamentari adottati dal Comitato di Basilea, dagli Stati Uniti, Regno Unito e Unione Europea, focalizzando l’attenzione sulle politiche del vecchio continente che trovano fondamento nella proposta avanzata dal Gruppo di esperti presieduto dal governatore della banca di Finlandia Erkki Liikanen. Lo scopo di questo capitolo, intitolato “Verso un nuovo paradigma di vigilanza?”, sarà quello di avere un quadro chiaro delle iniziative regolamentari in tema di modelli di business per capire se potranno realmente incidere su questi ultimi.
L’ultimo capitolo, “UniCredit e BNP Paribas: un confronto di Business model”, presenterà un confronto tra i modelli di business di due gruppi bancari europei: UniCredit e BNP Paribas. Il primo è stato scelto in quanto è attualmente il gruppo italiano di maggiori dimensioni e maggiormente presente in Europa, mentre il secondo perché è presente in Italia tramite la Banca Nazionale del Lavoro e ha sede nel paese membro più simile al nostro, la Francia. L’intento di questo capitolo sarà quello di delineare il modello di business adottato dalle due banche e di descrivere l’impatto che potrebbero avere le misure proposte dal gruppo Liikanen sui loro business model.
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