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• tumore esofago

La chirurgia, a tutt’oggi, rimane un punto fermo nel trattamento del cancro dell’esofago e nei pazienti con neoplasia esofagea in stadio precoce, cioè in assenza di secondarismi linfonodali e/o a distanza, la chirurgia resettiva è l’unico trattamento che può offrire reali prospettive di cura e/o di guarigione, purché la resezione chirurgica sia completa. Al contrario, nei pazienti con una neoplasia localmente avanzata, storicamente, la sola chirurgia otteneva una sopravvivenza a cinque anni del 10-20%. Prospettive incoraggianti sembrano aprirsi grazie ad un approccio multimodale alle neoplasie in fase avanzata.La costituzione quindi di un gruppo multidisciplinare appare fondamentale per la corretta pianificazione dei differenti trattamenti disponibili nel singolo paziente. La decisione terapeutica è frutto di una stretta collaborazione con oncologi e radioterapisti nell'ambito del Gruppo Oncologico Multidisciplinare (GOM).E’ inoltre necessario, per prevenire il rischio di errori, utilizzare un modello comune per la redazione delle procedure, in modo tale che qualunque operatore possa immediatamente comprenderne il senso e le modalità di attuazione, anche se di UO o di struttura diversa da quella che ha curato la redazione.