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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01272016-145717


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BELLUARDO, PIERLUIGI
URN
etd-01272016-145717
Titolo
I business model bancari tra vigilanza, riforme strutturali e crisi.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
  • crisi
  • riforma strutturale
  • Business model
Data inizio appello
22/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’impatto della recente crisi finanziaria sull’economia mondiale è stato talmente grave da indurre policy makers, autorità di vigilanza e intermediari ad un ripensamento circa la regolamentazione finanziaria. Tra i diversi aspetti che hanno catturato l’attenzione dei regulators in questi anni vi è sicuramente l’importanza assunta dai modelli di business bancari.
A partire dagli anni ’70 con la deregolamentazione dei mercati finanziari e con l’avvento dell’innovazione finanziaria si è affermato progressivamente il modello della banca universale in grado di offrire un ampia gamma di servizi, da quelli core destinati alla clientela retail a quelli a più alto valore aggiunto tipici dell’investment banking. La maggiore complessità di questo modello si è spesso accompagnata a dimensioni sempre maggiori, dando vita in casi estremi al cosiddetto fenomeno degli intermediari TBTF (Too big to fail). Una conseguenza diretta dell’evoluzione dei modelli di business è stato un cambiamento significativo del settore bancario nel complesso, infatti sul sistema hanno gravato rischi sempre maggiori tra i quali quelli di mercato e di liquidità. A seguito delle tristi vicende che hanno coinvolto importanti istituti di credito attivi a livello internazionale e che hanno comportato operazioni di salvataggio da parte dei governi nazionali, sono sorti dei dubbi circa la sostenibilità nel lungo periodo di determinati modelli di business. Tale consapevolezza ha spinto molti Paesi, tra i quali Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Belgio a prendere in considerazione delle riforme strutturali in grado di rendere il settore bancario più stabile e trasparente. Elemento comune di tali iniziative è la previsione di una separazione tra le attività dell’intermediario; l’intento è quello di creare una separazione tra l’anima commerciale e quella altamente speculativa dello stesso, in modo da garantire l’operatività di base della banca anche in caso di crisi dell’entità dedita alla negoziazione di titoli sui mercati.
Nel corso del primo capitolo della presente trattazione sarà dedicato un ampio spazio alla tematica dei modelli di business bancari, in particolare, una volta definito il concetto di modello di business sarà analizzata la relazione tra questo e le performance dell’intermediario, tenendo conto anche del profilo di rischio dello stesso.
Nel corso del secondo capitolo, invece, sarà condotta un’analisi empirica sui modelli di business degli intermediari europei rilevanti a livello sistemico (G-SIBs). Segnatamente, sulla base di informazioni pubblicamente disponibili, si farà un confronto tra le performance e i profili di rischio dei due possibili modelli di business adottati da tali intermediari (retail oriented e investment oriented). Contestualmente sarà riportato il cambiamento di BNP Paribas relativamente alla composizione di alcune voci di bilancio che fa presumere un’evoluzione del modello di business.
Nel terzo capitolo infine, si passeranno in rassegna le iniziative di riforma strutturale del sistema intraprese sia a livello comunitario che dai singoli Paesi. Nel corso dello stesso capitolo si avanzeranno delle considerazioni circa il possibile impatto di tali iniziative sul sistema e sui modelli di business in generale.
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