• Gregorio il Taumaturgo
• Nemesio di Emesa
• Massimo il Confessore
• Logos kephalaiodes peri psyches

Nel primo capitolo si redige lo stato delle ricerche sulle due redazioni e attribuzioni del testo greco (Gregorio il Taumaturgo, Massimo il Confessore), e sulle versioni siriaca e araba. Si fornisce una Tavola delle corrispondenze tra le due redazioni greche e la versione siriaca (che è la testimonianza più antica del trattato), e delle Note sui manoscritti greci. Nel secondo capitolo viene tradotto in italiano il testo greco di P.G. 10. Nel terzo e ultimo capitolo si commenta il testo, e si cerca di individuarne le fonti. Viene preferita l'ipotesi di una fonte comune al trattato e al De natura hominis di Nemesio di Emesa, all'ipotesi della dipendenza diretta dall'opera nemesiana (Lebreton). Il trattato è un'opera di un ignoto autore che sembra rifarsi a materiale dossografico medioplatonico, ma che ha già accolto tratti del neoplatonismo scolarizzato.