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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01262015-224157


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LUTI, SARA
URN
etd-01262015-224157
Titolo
L'Informativa Anticorruzione nei Piani Triennali di Prevenzione: un'indagine empirica
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. D'Onza, Giuseppe
Parole chiave
  • Transparency International
  • P.N.A.
  • Piano Nazionale Anticorruzione
  • risk management
  • P.T.P.C.
  • Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
  • misure voluntary
  • corruzione
  • corruption
  • gestione del rischio
  • Legge n.190 del 2012
  • misure obbligatorie
  • misure mandatory
  • misure volontarie
Data inizio appello
23/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il presente elaborato affronta, in un’ottica di Risk Management, una problematica di estrema attualità che affligge e sottrae risorse alla crescita economica del nostro Paese: la corruzione.
Quest’ultima viene considerata come fattispecie rischiosa a cui è esposto, in maniera particolare, il Settore Pubblico italiano.
In seguito al dilagare del sistema delle tangenti e al conseguente posizionamento dell’Italia ai livelli più indecorosi delle classifiche mondiali di misurazione del fenomeno è comparsa nel panorama legislativo italiano la Legge 6 novembre 2012, n.190.
Obiettivo del presente lavoro è l’analisi dell’informativa anticorruzione introdotta dalla suddetta legge come strumento di gestione del rischio di corruttela e contenuta nei Piani Triennali di Prevenzione adottati dalle Pubbliche Amministrazioni. In particolare, oggetto della mia indagine sono i Piani adottati dai principali Comuni d’Italia.
Scopo preminente è comprendere il livello di concretezza e misurabilità di detta informativa, distinguendo le frasi contenenti misure tangibili di contrasto alla corruzione da quelle ridondanti e prive di qualsiasi effettivo intento da parte dell’Ente.
I Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione, per poter essere efficaci strumenti di Risk Management, non devono essere relegati nel ruolo di meri strumenti di adempimento normativo. Essi devono invece rappresentare un’intenzione traducibile in chiare azioni di intervento sull’organizzazione dell’Ente, capaci di chiudere quegli spiragli in cui la corruzione riesce ancora a farsi largo.
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