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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01242019-184509


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VACCARGIU, SARA
URN
etd-01242019-184509
Titolo
Impatto trofico delle microplastiche in Mytilus galloprovincialis
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Prof. Verni, Franco
Parole chiave
  • mussels
  • mitili
  • microplastics
  • microplastiche
  • Mytilus galloprovincialis
Data inizio appello
11/02/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/02/2089
Riassunto
I rifiuti marini sono diventati un problema ambientale globale che interessa tutte le parti dei nostri oceani. Il 70% di questi rifiuti si deposita sul fondale oceanico, il resto è galleggiante o in sospensione; la plastica costituisce circa l’80 – 85% del totale dei rifiuti marini. È infatti diventata il segmento in più rapida crescita del flusso di rifiuti urbani a partire dal 1950 e la sua produzione globale è aumentata in modo significativo negli ultimi decenni [siamo passati da 1.7 milioni di tonnellate nel 1950 a 335 milioni di tonnellate nel 2016]. La plastica è stata oggetto di una crescente preoccupazione ambientale, soprattutto per quello che riguarda la plastica monouso e uno dei problemi principali è, senza dubbio, la sua resistenza alla degradazione.
L’impatto che i frammenti di plastica, noti come “macroplastica”, possono avere sull’ambiente marino è stato a lungo oggetto di ricerca ambientale. Negli ultimi anni però è cresciuta la preoccupazione per le “microplastiche”: piccoli granuli di plastica (con dimensioni inferiori ai 5mm), usati come scrubber nei cosmetici e nella sabbiatura, oppure derivati dalla frammentazione delle macroplastiche. La presenza di questi piccoli frammenti in mare aperto è stata evidenziata per la prima volta negli anni ’70. Un rinnovato interesse scientifico per le microplastiche nell’ultimo decennio ha rivelato che questi contaminanti sono diffusi e ubiquitari all’interno dell’ambiente marino, con la potenzialità di causare danni al biota. Infatti le loro piccole dimensioni le rendono facilmente disponibili all’ingestione da parte di un’ampia gamma di organismi nell’ambiente marino. Diversi studi hanno dimostrato che gli organismi marini possono assumere microplastiche spesso con grandi conseguenze in quanto, fra le altre cose, possono accumularsi nei tessuti, servire da veicoli per il trasporto di agenti patogeni, assorbire e accumulare inquinanti tossici.
Ed è in questo contesto che si inserisce la presente tesi, che ha lo scopo di individuare eventuali problemi dovuti all’ingestione di microplastiche in sospensivori bentonici. Questi organismi possono essere un ottimo caso di studio perché, primo, la loro fonte di alimentazione sono le particelle (incluse microplastiche) che si trovano in sospensione nella colonna d’acqua e, secondo, perché alcuni di essi sono una risorsa alimentare per l’uomo.
Nella presente tesi, è stato effettuato un esperimento con Mytilus galloprovincialis (cozza) della durata di 20 giorni. Il modello sperimentale prevede di sottoporre i mitili a quattro condizioni sperimentali: controllo, trattamento con il 10% di microplastica sul totale di alimento somministrato, trattamento con il 30% e infine trattamento con il 50% di microplastica; per un totale di 280 cozze. Per ogni acquario sono state prese 10 cozze in tre tempi differenti: al tempo zero, cioè prima di iniziare l’esperimento, ci permette di avere un riferimento sullo stato delle cozze prima di iniziare; tempo uno e infine tempo due, cioè al ventesimo giorno.
Lo scopo di questo esperimento è quello di vedere le ripercussioni delle microplastiche sulla capacità di nutrirsi della specie e vedere la concentrazione di elementi tossici. A tale scopo, si osserveranno gli effetti diretti come la mortalità e la crescita in diverse condizioni di concentrazione di microplastiche e come questa concentrazione da non presente ad abbondante, impatti sull’organismo in forma di capacità di immagazzinare energia sotto forma di lipidi. I risultati serviranno per capire l’impatto delle microplastiche nel bilancio energetico di questi animali e la loro capacità di sopravvivere quando le concentrazioni sono troppo elevate.
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