• canzone d'autore
• poesia
• performance

A partire dalle più recenti acquisizioni del dibattito critico, questo lavoro riflette sulla specificità di un oggetto di studio complesso e “a rischio”: la canzone, ovvero il sistema semiotico nel quale parole, musica e performance interagiscono tra loro per costruire un messaggio artistico unico e polisemico.
Per comprendere appieno la canzone si deve, prima di tutto, strapparla alla fascinazione della poesia (ovvero della parola che è il loro nucleo biologico comune), principale motivazione della diffusa ma rischiosa abitudine di studiare i testi delle canzoni estrapolandoli dal sistema di cui sono parte integrante.
In verità, la canzone mostra la propria peculiarità semiotica già nella selezione degli strumenti tecnici e nella pertinentizzazione di micro e macrostrutture prese in prestito dalla poesia: lo dimostrano le analisi di cinque brani del nostro cantautorato genovese (datati tra il 1960 e il 1975), proposte allo scopo di fondare sperimentalmente le osservazioni e le domande sollecitate dal dibattito, e perciò condotte senza tralasciare problemi musicologici.
Obiettivo di questo lavoro è smascherare il “patto con l’ascoltatore” su cui si regge la canzone: un’«illusione di semplicità» uguale e contraria all'«illusione di libertà» che Franco Fortini attribuiva alla poesia.