ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01222016-153417


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TOGNOTTI, PIETRO
URN
etd-01222016-153417
Titolo
Studio e caratterizzazione chimica di materiali pittorici utilizzati nel XIX-XX secolo mediante cromatografia liquida accoppiata a tecniche avanzate di spettrometria di massa
Dipartimento
CHIMICA E CHIMICA INDUSTRIALE
Corso di studi
CHIMICA
Relatori
relatore Dott.ssa Degano, Ilaria
controrelatore Dott.ssa Duce, Celia
Parole chiave
  • pigmenti
  • cromatografia liquida
  • coloranti
  • spettrometria di massa
Data inizio appello
11/02/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
In questo progetto di tesi sono stati analizzati coloranti e pigmenti organici, di composizione e origine sconosciuta, sotto forma di polveri o di colori a olio in tubetto, appartenenti all’archivio storico della Lefranc (ora presso la ColArt a Le Mans, Francia). Lo studio dei materiali dell’archivio è inserito all’interno del progetto Futurahma: Tra Futurismo e ritorno al classico (1910-1922), Tecniche pittoriche, critica delle varianti e problemi conservativi. È stato un progetto multidisciplinare di durata triennale (2013-2016), finanziato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) nel quadro del programma Futuro in ricerca 2012. In collaborazione con il Dipartimento di Civilta e forme del Sapere dell'Universita di Pisa. Uno degli scopi del progetto è la raccolta di informazioni sulla produzione industriale dei materiali pittorici a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in particolare quelli di marca LeFranc. Vittore Grubicy de Dragon (1851-1920) svolse un ruolo di intermediario per la ditta in Italia, promuovendo questi prodotti tra gli artisti Divisionisti e Futuristi. La procedura analitica per lo studio di questi materiali ha previsto un’analisi preliminare con HPLC-DAD, seguita da analisi HPLC-MS/MS. Una parte sostanziale del lavoro di tirocinio è stata dedicata allo studio del degrado del pigmento sintetico acid red 87, anche noto come eosina. Tale composto era frequentemente utilizzato dagli artisti a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in particolare ne è stata rilevata la presenza nelle opere d’arte di Vincent Van Gogh. Diversi studi e lavori effettuati in Olanda che riguardavano restauri di alcuni quadri del geniale impressionista olandese, le cui opere sono da anni ai vertici delle quotazioni mondiali, dimostrano che, per effetto della luce un pigmento scarlatto chiamato appunto rosso di eosina o lacca geranio, inventato a Parigi nel 1871, si sta alterando.
Sono stati poi analizzati due pigmenti organici, forniti dall’archivio del Getty Institute for Conservation ed etichettati come PV51 e PV53, allo scopo di determinarne la struttura molecolare ad oggi ancora incognita. Anche in questo caso è stato adottato un approccio multianalitico che ha previsto l’impiego di: HPLC-DAD, HPLC-MS/MS, Spettroscopia Micro-Raman e Spettroscopia XRF.
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