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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01202015-104623


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MIHRETEAB TESFAMICAEL, SEMIRA
URN
etd-01202015-104623
Titolo
Etnopsichiatria: una metodologia della modernità. Mediazione culturale clinica e sostegno socio-etnopsichiatrico per richiedenti asilo e rifugiati.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
SCIENZE PER LA PACE: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E TRASFORMAZIONE DEI CONFLITTI
Relatori
relatore Pegna, Serenella
controrelatore Possenti, Ilaria
Parole chiave
  • immigrazione
  • Etnopsichiatria
  • Mediazione culturale
Data inizio appello
05/02/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’etnopsichiatria è una disciplina che mette al centro dell’attenzione la persona; quindi riconosce l’importanza dell’appartenenza a una cultura e dell’uso della sua lingua madre, in un intervento che mette sullo stesso piano due mondi di cura. Questo facilita e accelera i percorsi di cura, dà al paziente lo spazio e il modo di sentirsi ascoltato e accolto, propone un collegamento concreto tra i due mondi.Questo lavoro di tesi evidenzia il valore della mediazione linguistico-culturale e clinica, enfatizzandone la funzione fondamentale per creare un ponte tra gli utenti e le varie figure assistenziali del territorio. In Italia manca una formazione adeguata e specifica per mediatori culturali e, nello specifico quelli clinici.La situazione italiana sulla gestione della mediazione culturale e sviluppo del dispositivo etnopsichiatrico è molto arretrata, un dato confermato dai componenti dell’equipe intervistati per la raccolta dati della tesi. Vista la necessità e l’importanza del ruolo del mediatore, sarebbe opportuno ci sia un documento che prevede in linea di massima dei consigli d’approccio, incontri di confronto con il gruppo di mediatori attivi di tutte le origini, cosi da facilitare la collaborazione tra i componenti del dispositivo e rendere efficiente il lavoro del mediatore. Inoltre, la disponibilità di una buona archiviazione delle esperienze fatte dai mediatori, terapeuti e eventualmente altre figure, permetterebbe una continuità costruttiva della disciplina, il miglioramento professionale del mediatore e una buona riuscita di tutto il lavoro.
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