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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01202014-201148


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CRAMAROSSA, CHIARA
URN
etd-01202014-201148
Titolo
Il sistema costituzionale del Canada tra bilinguismo e bijuralism: principi e regole di convivenza di una società multiculturale.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Tarchi, Rolando
Parole chiave
  • minoranze linguistiche
  • anglofoni
  • francofoni
Data inizio appello
05/02/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Canada rappresenta una realtà estremamente interessante. È il paese più vasto al mondo dopo la Russia, con la più lunga linea di confine condivisa – con gli USA – tra due Paesi; una tra le nazioni con la più alta qualità della vita e i più alti livelli di istruzione. Eppure, il fatto di essere anche uno degli stati meno popolati al mondo non ha impedito alla popolazione canadese di essere tra le più diversificate, sotto il profilo linguistico, culturale ed etnico, con le più alte percentuali di immigrati.
Il Canada esemplifica una delle esperienze più riuscite in materia di convivenza di gruppi culturali e linguistici diversi, che concorrono a caratterizzare egualmente l’identità nazionale complessiva: i francofoni e gli anglofoni, contrapposti da un secolare antagonismo. La presa di coscienza della propria identità da parte della popolazione francofona, da un lato, ha rafforzato le spinte centrifughe e separatiste del Québec; dall’altro, ha abbassato i livelli di tolleranza ed alimentato tentazioni di omologazione culturale e politica nel resto del Paese. Dato che il Canada è caratterizzato dalla presenza di due gruppi linguistici, egualmente significativi per determinare l’identità nazionale; si è a più riprese e in vari modi tentato di conciliare la posizione del Québec, introducendo soluzioni organizzative che puntano allo sviluppo del self – government e all’autonomia istituzionale, pur sempre nell’ambito dell’unico stato federale.
La tutela del linguaggio in un paese bilingue come il Canada è un elemento fondamentale di convivenza, ma anche il più controverso: la lingua è importante nei rapporti tra privati e, ancor di più, lo è nei rapporti con le pubbliche autorità dato che, per poter legittimamente imporre o obbligare qualcuno a tenere un certo comportamento, l’Ordinamento deve assicurarsi che il destinatario della norma l’abbia compresa, almeno nei suoi aspetti essenziali. Da questo punto di vista, il Canada è considerato un ricco laboratorio costituzionale per la tutela dei diritti delle minoranze che, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, ha tentato di fare della diversità linguistica della popolazione un punto di forza.
La Corte Suprema ha sviluppato diversi approcci interpretativi dei diritti linguistici: dapprima un’interpretazione ampia e liberale, a cavallo della patriation della Costituzione, seguita da un approccio più restrittivo, teso a limitare la portata dei diritti linguistici. Infine, l’interpretazione estensiva dei diritti linguistici, sviluppata nelle decisioni della Corte Suprema a partire dagli anni ’90 che, soprattutto in materia di istruzione, ha assicurato una protezione significativa alle minoranze, riconoscendo che la garanzia dei diritti linguistici impone quale importante corollario il dovere di azioni positive in capo alle autorità pubbliche, federali e provinciali.
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