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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01152020-192042


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
AGUILERA, LUCIA MABEL
URN
etd-01152020-192042
Titolo
Da martire a icona gay. Storia e iconologia dell'appropriazione omosessuale di San Sebastiano.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Cortesini, Sergio
Parole chiave
  • Italia
  • omoerotismo
  • gay
  • iconologia
  • San Sebastiano
Data inizio appello
03/02/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/02/2090
Riassunto
La tesi si propone di analizzare il fenomeno dell'appropriazione della figura di San Sebastian da parte della comunità omosessuale maschile e il suo processo di metamorfosi da martire cristiano al patrono gay. Non si tratta di una canonizzazione ufficiale - Sebastiano è ufficialmente il patrono della peste, della polizia, della città di Acireale - ma di un processo le cui radici risalgono al Rinascimento italiano; la sua origine effettiva è però storicamente collocabile alla fine dell’Ottocento. Il risultato oggi è un'immagine religiosa il cui significato omosessuale non è più un riferimento codificato all'interno di un piccolo gruppo, bensì è diffuso e popolarmente riconosciuto in tutto il mondo. Oggi insomma San Sebastiano fa parte dell’elenco di icone storiche gay che continuano ad avere grande forza.
L’osservazione della copertina di una rivista gay del 2007 (“Flesh magazine”, USA), dove un modello personifica il santo, mi ha interrogato sul singolare percorso del martire cristiano. Questo lavoro tenta di ricostruire la storia di quella trasformazione profonda, attraverso cui un soldato adulto della guardia pretoriana dell'Imperatore Diocleziano viene risemantizzato non solo verso la desacralizzazione, ma verso l’enfasi sulle possibilità omoerotiche che la sua immagine offre, in particolare a partire dalla sua iconografia all’interno dell’arte italiana.
La vicenda iconografica del santo dal V secolo al Rinascimento portano all’immagine di un martirio angoscioso ma divinamente estatico, mostrato con luci pie e sensuali, caratteristiche che spiegano la sua grande diffusione come soggetto pittorico. La diffusione del soggetto nella pittura italiana determine direttamente la fortuna presso la cultura inglese della seconda metà dell'Ottocento, momento storico in cui si può collocare la svolta verso la desacralizzazione dell'immagine. In questo frangente San Sebastiano diventa una figura particolarmente apprezzata dal movimento decadentista, e si carica di un ventaglio di possibilità interpretative, tra le cui prevalgono la sensualità, l’ambivalenza passiva nel confronto della tortura, la bellezza ineludibile del giovane corpo maschile, tutti attributi ribaditi dalla fortuna letteraria.
Cruciale appare in questo senso la figura di Oscar Wilde, che dopo aver scontato la pena per un crimine contro la decenza e nell’autoimpostosi un esilio ulteriore al compimento della condanna adotta lo pseudonimo di Sebastian Melmoth, in un chiaro e aperto riferimento al martire cristiano. Da quell’episodio, la figura di Sebastiano inizia a caricarsi di maggiore ambiguità, perdendo sempre di più la sua funzione votiva, a favore dell'acquisizione di un valore omoerotico all’interno di un codice condiviso dei nascenti soggetti omosessuali, la cui storia è anche richiamata in questa tesi.
Il percorso successivo si concentra sulla ricezione della figura del santo all'interno della storia dell’arte italiana, e prende avvio dall’analisi del ruolo fondamentale di D'Annunzio sia per l'Italia sia per il mondo letterario e artistico internazionale. Viene ricostruito dunque il panorama in cui l'omosessualità è implicita, Sebastiano fa parte di significati codificati di un gruppo subordinato, e non è ancora apertamente l’emblema di uno specifico gruppo seppur minoritario. In Italia un movimento omosessuale non si formò fino al 1971, quindi i significati omoerotici vanno riferiti ad una sottocultura.
Fu solo dal presupposto di una coscienza collettiva e politica che in Italia iniziarono a circolare produzioni artistiche che caricano l'erotismo della figura del santo. Nella maggior parte dei casi queste operazioni si caratterizzano anche per un trattamento ironico e una trasposizione concettuale, oltre che una consapevolezza della fortuna pubblicitaria e mass mediatica già avviata dall’immagine. Tuttavia, questi nuovi trattamenti sono ampiamente sostenuti dall'essere emblema e soggetto di una lettura - a questo punto - apertamente e diffusamente omosessuale.
Senza perdere di vista il fatto che è un'iconografia che ha goduto di un'enorme fortuna almeno dal XIV secolo, sostengo che è questa appropriazione che ha spogliato San Sebastiano della sua esclusiva funzione devozionale. Essa lo ha rimosso in modo irreversibile dal suo ambito sacro e ha permesso un uso polisemico dell'immagine, dando alla sua iconografia durabilità, validità e attualità.
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