Tesi etd-01142020-185749 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
D'ERRICO, DEBORA
URN
etd-01142020-185749
Titolo
La cooperazione giudiziaria penale: la circolazione delle informazioni contenute nei casellari giudiziari nazionali alla luce del sistema ECRIS
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Galgani, Benedetta
Parole chiave
- casellario
- cooperazione giudiziaria
- ECRIS
- information sharing
- scambio dati
Data inizio appello
04/02/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
04/02/2090
Riassunto
I profondi mutamenti istituzionali e l’evoluzione tecnologica, che, in seguito al processo di globalizzazione, hanno investito la nostra società negli ultimi secoli hanno costituito l’infrastruttura per la nascita e lo sviluppo di nuove forme di criminalità.In particolar modo, l’abolizione dei confini interni fra Stati e la possibilità di circolare liberamente all’interno del territorio dell’Unione europea hanno permesso ai criminali di estendere la loro attività delinquenziale oltre i confini nazionali. La rapida diffusione del fenomeno ha rivelato così l’inadeguatezza degli ordinamenti interni dei singoli Stati nell'offrire una risposta repressiva efficace. L’Unione europea, dunque, spinta dalla necessità di fronteggiare la nuova fenomenologia criminale ha avvertito l’esigenza di sviluppare nuove forme di cooperazione fra autorità giudiziarie e di polizia dei diversi Stati. In questa prospettiva l’Unione ha registrato i progressi più sorprendenti operando una vera e propria rimodulazione dei tradizionali meccanismi di cooperazione e introducendo tecniche e modalità sempre più innovative.
Un ruolo essenziale in tale percorso evolutivo è stato ricoperto dallo sviluppo di una specifica forma di collaborazione, denominata cooperazione informativa. Quest’ultima consiste in un coacervo di attività, quali la raccolta, l’archiviazione, l’analisi e lo scambio di informazioni rilevanti ai fini di law enforcement. E con l’obiettivo di assicurare l’accessibilità da parte dei servizi di contrasto ai dati di law enforcement in possesso di altri Stati è stato introdotto il principio di disponibilità. Quest'ultimo ha conosciuto una duplice declinazione: da un lato, si è tradotto in un generale obbligo per gli Stati di conservazione dei dati; dall’altro, nell’introduzione del canone della libera circolazione delle informazioni. Nell’ottica di dare precipua attuazione alla duplice veste del canone in questione, l’Unione ha adottato un considerevole numero di strumenti giuridici finalizzati all’agevolazione dello scambio informativo fra le autorità di contrasto degli Stati membri.
Una posizione di notevole rilevanza, all’interno dell’enorme mole di dati che formano oggetto di scambio fra Stati è stata, ed è tuttora, ricoperta dalle informazioni contenute nei casellari giudiziari:la storia criminale di un soggetto deve poter essere conosciuta da tutte le autorità giudiziarie degli Stati interessati affinché la giustizia repressiva sia il più efficace possibile. Punto di approdo di tale politica europea è rappresentato, ad oggi, dal Sistema europeo d’Informazione sui casellari giudiziari, c.d. ECRIS, che ha introdotto nuove e più celeri modalità di trasmissione dei dati in questione.
Muovendo, dunque, da queste considerazioni il presente scritto si articolerà in quattro parti.
La prima parte, costituita dal Capitolo I, illustrerà l’excursus storico che, a partire dall’Accordo di Schengen fino al Trattato di Lisbona, ha condotto l’Unione europea alla costruzione (prima) e allo sviluppo (poi) di uno Spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
La seconda parte, costituita dal Capitolo II, analizzerà invece quella forma di cooperazione che abbiamo chiamato “informativa”, la quale garantendo un più rapido scambio delle informazioni rilevanti ai fini di law enforcement rappresenta uno strumento indispensabile per la prevenzione e la repressione dei reati transnazionali.
La terza parte, costituita dalla Sezione prima del Capitolo III, si occuperà, preliminarmente, di illustrare il meccanismo specifico dello scambio dei dati estratti dai casellari giudiziari nazionali alla luce della disciplina offerta dal c.d. “pacchetto casellario”, costituito dalle due decisioni quadro (la n. 315 e la n. 316) del 2009; e, successivamente, in virtù delle criticità e dei limiti presentati dallo stesso Sistema, esaminerà le tappe normative che hanno condotto all’istituzione, in primo luogo, di ECRIS-TCN, in secondo luogo, alla realizzazione di un quadro per l’interoperabilità dei sistemi d’informazione.
L’ultima parte del lavoro, costituita dalla Sezione seconda del Capitolo III, mostrerà infine l’incidenza della normativa europea all’interno del processo penale italiano, evidenziandone gli aspetti problematici.
Un ruolo essenziale in tale percorso evolutivo è stato ricoperto dallo sviluppo di una specifica forma di collaborazione, denominata cooperazione informativa. Quest’ultima consiste in un coacervo di attività, quali la raccolta, l’archiviazione, l’analisi e lo scambio di informazioni rilevanti ai fini di law enforcement. E con l’obiettivo di assicurare l’accessibilità da parte dei servizi di contrasto ai dati di law enforcement in possesso di altri Stati è stato introdotto il principio di disponibilità. Quest'ultimo ha conosciuto una duplice declinazione: da un lato, si è tradotto in un generale obbligo per gli Stati di conservazione dei dati; dall’altro, nell’introduzione del canone della libera circolazione delle informazioni. Nell’ottica di dare precipua attuazione alla duplice veste del canone in questione, l’Unione ha adottato un considerevole numero di strumenti giuridici finalizzati all’agevolazione dello scambio informativo fra le autorità di contrasto degli Stati membri.
Una posizione di notevole rilevanza, all’interno dell’enorme mole di dati che formano oggetto di scambio fra Stati è stata, ed è tuttora, ricoperta dalle informazioni contenute nei casellari giudiziari:la storia criminale di un soggetto deve poter essere conosciuta da tutte le autorità giudiziarie degli Stati interessati affinché la giustizia repressiva sia il più efficace possibile. Punto di approdo di tale politica europea è rappresentato, ad oggi, dal Sistema europeo d’Informazione sui casellari giudiziari, c.d. ECRIS, che ha introdotto nuove e più celeri modalità di trasmissione dei dati in questione.
Muovendo, dunque, da queste considerazioni il presente scritto si articolerà in quattro parti.
La prima parte, costituita dal Capitolo I, illustrerà l’excursus storico che, a partire dall’Accordo di Schengen fino al Trattato di Lisbona, ha condotto l’Unione europea alla costruzione (prima) e allo sviluppo (poi) di uno Spazio di libertà, sicurezza e giustizia.
La seconda parte, costituita dal Capitolo II, analizzerà invece quella forma di cooperazione che abbiamo chiamato “informativa”, la quale garantendo un più rapido scambio delle informazioni rilevanti ai fini di law enforcement rappresenta uno strumento indispensabile per la prevenzione e la repressione dei reati transnazionali.
La terza parte, costituita dalla Sezione prima del Capitolo III, si occuperà, preliminarmente, di illustrare il meccanismo specifico dello scambio dei dati estratti dai casellari giudiziari nazionali alla luce della disciplina offerta dal c.d. “pacchetto casellario”, costituito dalle due decisioni quadro (la n. 315 e la n. 316) del 2009; e, successivamente, in virtù delle criticità e dei limiti presentati dallo stesso Sistema, esaminerà le tappe normative che hanno condotto all’istituzione, in primo luogo, di ECRIS-TCN, in secondo luogo, alla realizzazione di un quadro per l’interoperabilità dei sistemi d’informazione.
L’ultima parte del lavoro, costituita dalla Sezione seconda del Capitolo III, mostrerà infine l’incidenza della normativa europea all’interno del processo penale italiano, evidenziandone gli aspetti problematici.
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