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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01132019-160326


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TORTELLI, GIANMARIA
URN
etd-01132019-160326
Titolo
Il vulcano Ma'alalta e le sue relazioni con i segmenti di rift in Afar: Un approccio sismico, vulcanologico, geochimico e petrologico.
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Rosi, Mauro
correlatore Prof.ssa Gioncada, Anna
correlatore Prof.ssa Pagli, Carolina
controrelatore Dott. Pistolesi, Marco
Parole chiave
  • Ma'alalta
  • Afar
  • Segmenti di Rift
  • Centri Marginali
  • Geochimica
  • Vulcanologia
  • Sismicità
Data inizio appello
08/02/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/02/2089
Riassunto
La crescita dei segmenti di rift e lo sviluppo di sistemi magmatici crostali nei rift continentali rimane ad oggi oggetto di dibattito. In particolare, nella regione dell’Afar, per via di un maggior focus degli studi sugli assi del rift (Barberi and Varet., 1970, Barberi et al., 1975, Oppenheimer and Francis, 1997, 1998; Amelung et al., 2000; Field et. al., 2012, 2013) e dei problemi di accesso alla zona dovuti al conflitto Etiope-Eritreo, i centri marginali (e.g. Nabro and Ma’alalta) sono stati a lungo ignorati con l’eccezione di pochi lavori (Barberi et al 1974a, Barberi et al. 1974b; Wiart el al. 2005).
In questo lavoro ho studiato il complesso di Ma’alalta da un punto di vista vulcanologico, sismico e geochimico, al fine di valutare la sua storia e la sua natura all'interno della depressione dell’Afar.
Lo studio del complesso tramite Google Earth Pro, dei campioni a mano e delle relative sezioni sottili, disponibili al Dipartimento di Scienze della Terra di Pisa, ha permesso di distinguere, da un punto di vista temporale e spaziale, due fasi all’interno del complesso di Ma’alalta e di realizzare una nuova carta geologica.
La prima fase, la quale ha costruito lo stratovulcano, ha avuto inizio 0.55 ± 0.05 Ma (Barberi et al. 1972b) e ha prodotto solo ignimbriti e flussi di lava evoluta, principalmente trachitici, leggermente o non-peralcalini. L’evoluzione dello stratovulcano di Ma’alalta è culminata con eruzioni caldera-forming di grandi volumi ignimbritici. Lo stratovulcano non mostra nessuna chiara evidenza di orientazioni tettoniche, sismiche o vulcanologiche ad eccezione di un pattern di coni di scorie ENE-WSW e dell’elongazione delle caldere.
Invece, la più recente attività magmatica consiste in campi di lava mafici, coni di scorie e duomi riolitici ossidianacei, tutti eruttati da diversi condotti vulcanici allineati NNW-SSE sui lati dello stratovulcano. La sismicità locale (2005-2009 e 2011-2012) mostra inoltre un trend lineare di terremoti NNW-SSE con una buona correlazione con le zone dove i prodotti magmatici sono stati eruttati.
I rapporti tra elementi in traccia incompatibili e i diagrammi di variazione degli elementi maggiori e in traccia mostrano che l’intera serie magmatica, dai prodotti mafici ai sialici, può essere il risultato della differenziazione dominata da cristallizzazione frazionata di basalti simili a quelli del segmento di rift Dabbahu-Manda Hararo.
In conclusione, ho considerato quindi lo stratovulcano come un marginal centre costruito su un allineamento trasversale pre-Mesozoico (Tazieff et al., 1972) in un contesto tettonico differente rispetto a quello attuale, quando il tasso di estensione era basso o assente. Invece, i pattern vulcanologici, tettonici e sismici della seconda fase di Ma’alalta mostrano tutti un andamento NNW-SSE, parallelo ai segmenti di rift Quaternari dell’Afar e legato alle strutture di rift di Manda Hararo e di Alayta attraverso un pattern sismico tipo dog-bone. Inoltre, le sue affinità vulcanologiche e geochimiche (i.e. REE and LILE/HFSE) con il segmento di Manda Hararo e in particolare con i suoi prodotti off-axis mostrano che la seconda fase di Ma’alalta deve essere considerata come un giovane segmento di rift invece che essere associata ad un vulcanismo di tipo trasversale o marginale.
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