Obbiettivo: L’insufficienza renale è una delle patologie più frequenti del cane e comporta un’alterazione strutturale o funzionale di uno od entrambi i reni. In diversi studi è stato dimostrato che queste alterazioni renali comportano anche un aumento dei livelli plasmatici di omocisteina, chiamata iperomocisteinemia, e che quest’ultima comporta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, conducendo all’insorgenza di aterosclerosi e trombosi. Lo scopo del presente studio è stato di valutare la concentrazione plasmatica di omocisteina pre e post trattamento dialitico in un gruppo di cani sottoposti ad emodialisi intermittente ed affetti da insufficienza renale acuta e cronica. Materiali e metodi: Sono stati arruolati per il seguente studio 50 cani, pervenuti presso il Centro di Emodialisi e Purificazione Ematica dell’Università di Pisa, nel periodo compreso fra settembre 2015 e luglio 2017 per sottoporsi al trattamento di emodialisi intermittente. Le concentrazioni plasmatiche di omocisteina pre e post dialisi sono state ottenute con metodologia HPLC su plasma utilizzando il kit Homocysteine in plasma/serum CHROMSYSTEMS ®, Diagnostics by HPLC & LC-MS/MS. I dati sono stati analizzati statisticamente mediante il programma GraphPad Prism®7. I risultati sono stati considerati statisticamente significativi per valori di p<0.05. Risultati: Il presente gruppo di studio presentava 23 maschi e 27 femmine di differente razza, età e peso corporeo. 24/50 cani presentavano un danno renale acuto di origine tossinfettiva, mentre 13/50 AKI su CKD. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa fra i valori pre e post trattamento nei soggetti anche se è possibile notare una tendenza alla riduzione di questi, soprattutto per i soggetti in AKI, nemmeno per i valori di omocisteina confrontati fra soggetti affetti da AKI e CKD. Nessuna correlazione statisticamente significativa fra valori di omocisteina e creatinina ma leggera tendenza alla correlazione positiva. Conclusioni: Nel 57% dei casi il trattamento ha portato ad una depurazione del sangue dalla molecola, e la molecola risulta dializzabile avendo un peso molecolare di 135D. C’è una leggera tendenza alla correlazione positiva fra omocisteina e creatinina dimostrando che può essere indicata come indice di progressione del danno renale. Essendo i valori di omocisteina maggiori per i pazienti vivi rispetto ai morti possiamo dimostrare che, a differenza degli studi presenti in medicina umana, in medicina veterinaria la molecola non è un indice di sopravvivenza.