• psoriasi
• durometro
• TEWL

La psoriasi è una patologia infiammatoria ad andamento cronico-recidivante con eziologia sconosciuta e patogenesi immunomediata che prevede una complessa interazione tra fattori genetici predisponenti e fattori ambientali e comportamentali scatenanti. Interessa fino al 2-3% della popolazione globale e colpisce tipicamente la cute e le unghie e, molto più raramente, le mucose. È caratterizzata da lesioni eritemato-squamose a carattere talvolta eruttivo, ma può presentarsi anche con lesioni di tipo pustoloso, e se ne distinguono numerose varianti cliniche in virtù della notevole variabilità delle sue espressioni fenotipiche. Può associarsi a numerose comorbidità che comprendono, oltre alla ben nota artropatia psoriasica, anche patologie cardiovascolari e psichiatriche, malattie infiammatorie croniche intestinali, patologie oculari e disturbi del metabolismo, tra cui diabete mellito, obesità, dislipidemie, fino alla sindrome metabolica, e per questo è oggi considerata un’affezione a carattere sistemico, che influisce pesantemente sulla qualità di vita del paziente e comporta elevati costi sanitari e sociali. Lo studio sperimentale trattato in questa tesi, condotto presso la Clinica Dermatologica dell’Università di Pisa, indaga l’alterazione della perdita transepidermica di acqua e della rigidità cutanea, valutate rispettivamente tramite tewametria e durometria, a livello delle lesioni e della cute non lesionale del paziente psoriasico, e l’andamento di tali parametri in risposta alla variazione del PASI, il principale indice di valutazione clinica della psoriasi.