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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-01072020-195457


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GORRILA, BRIKENA
URN
etd-01072020-195457
Titolo
UN PONTE VERSO L'EUROPA: origini, sviluppo e prospettive del rapporto tra Albania e Unione Europea
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Paoli, Simone
Parole chiave
  • Unione Europea
  • ponte
  • integrazione
  • Albania
  • adesione
Data inizio appello
27/01/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
27/01/2090
Riassunto
La tesi analizza i rapporti tra Albania e Unione Europea. Inizialmente viene affrontato il tema della transizione politica, economica e sociale albanese e i suoi risvolti migratori; viene poi messo in evidenza il coinvolgimento dell’Italia, soprattutto in considerazione dell’importante ruolo che questa ha svolto a sostegno del piccolo paese balcanico. Successivamente, vengono esaminati i principali passaggi compiuti dall’Albania verso il duplice traguardo del consolidamento democratico e dell’integrazione europea, focalizzando l’attenzione sui rapporti tra queste due direttrici di sviluppo della politica albanese. Apparirà in questo modo evidente il ruolo che la Comunità e, poi, l’Unione Europea hanno ricoperto nella stabilizzazione economica e politica interna al paese.
I rapporti formali tra Albania e Comunità europea ebbero inizio nel 1992, quando le due parti sottoscrissero l’Accordo di collaborazione economica e commerciale. Da allora l’Unione europea fu sempre presente in Albania, soprattutto attraverso i suoi numerosi programmi di sviluppo; il suo aiuto finanziario ed economico, in particolare, contribuì non solo allo sviluppo economico del paese ma anche alla creazione di una vera e propria società civile. L’Unione europea divenne così il principale donatore dell’Albania, seguito dall’Italia.
La crisi politica della metà degli anni ’90, ulteriormente esacerbata dal caos generale nel paese a seguito del crollo dei sistemi piramidali del 1997, causò il congelamento delle relazioni tra Albania e UE. Successivamente, i drammatici sviluppi regionali alla fine degli anni ’90, come la crisi del Kossovo e ulteriori conflitti etnici in Macedonia, spinsero l’Unione europea a prestare maggiore attenzione alla penisola balcanica. Per evitare di continuare ad avere un focolaio di tensione sul confine sud-orientale dell’Europa, l’Unione europea decise di offrire nel 1999 un approccio regionale ai paesi dei Balcani, il cosiddetto “Processo di Stabilizzazione e Associazione”. Questo era vincolato all’avvio di una serie di riforme politiche relative alle istituzioni statali, al sistema giudiziario e alla tutela dei diritti umani e delle minoranze.
Con la firma dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione il 12 giugno 2006, l’Albania si avvicinò ancora di più all’Europa. La sua richiesta di adesione all’Unione europea nell’aprile 2009 fu un importante punto di riferimento per un paese che meno di 20 anni prima era emerso dal regime comunista come lo Stato più povero, più isolato e più repressivo d’Europa.
La prospettiva dell’adesione stimolò l’Albania a sviluppare nuove riforme necessarie per ottenere lo status di Paese candidato che ottenne solo nel 2014. Dopo l’approvazione di diverse riforme, specialmente quella giudiziaria avvenuta nel 2017, la Commissione europea ha recentemente raccomandato l’apertura dei negoziati. Nonostante il fatto che l’Albania sembri aver soddisfatto i principali criteri per l’adesione all’Unione europea, i negoziati non si sono aperti, come previsto, nell’ottobre di quest’anno, a causa del veto imposto dalla Francia.
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