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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-01022008-165133


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
PARENTI, GABRIELLA
URN
etd-01022008-165133
Titolo
Coltivazione della canapa a scopi produttivi e ambientali in Toscana: valutazione della produzione di fibra in un confronto varietale
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE AGRARIE
Relatori
Relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
Parole chiave
  • Cannabis sativa L.
  • hemp
Data inizio appello
21/01/2008
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
21/01/2048
Riassunto
La canapa è la coltura da fibra più antica, ma la storia ci dice che è sempre stata una coltura problematica a causa del suo contenuto in sostanze psicotrope.
Da sempre questa specie ha avuto molteplici utilizzazioni, è stata fonte di materia prima per la produzione di tessuti, di carta, di cordame, etc. I suoi semi hanno un alto valore nutrizionale, per cui fin dall’antichità è stata coltivata per l’alimentazione, sia umana che animale.
L’Italia si è distinta a livello mondiale per la qualità della sua fibra, le tecniche di lavorazione diffuse nel nostro Paese erano le migliori in assoluto.
Al periodo di grande fulgore del XIX secolo, è succeduto un declino inarrestabile della coltura, che ha portato alla scomparsa vera e propria di questa specie dai nostri territori. Le cause sono state molte, la concorrenza di colture da fibra alternative, l’affermazione della navigazione a vapore, la diffusione delle fibre sintetiche, la concorrenza dei Paesi stranieri, che risultavano più competitivi per il minor costo della manodopera. Non va sottovalutato poi l’effetto della legislazione che, in pratica, ha reso impossibile la coltivazione di questa specie.
Da qualche anno si è rinnovato l’interesse per questa coltura e si sta cercando di reintrodurre la coltura nella normale pratica agricola. In questa specie, infatti, si sono viste le soluzioni ad alcuni dei problemi che caratterizzano il mondo agricolo: la canapa, oltre a non aumentare le eccedenze dei prodotti agroalimentari, è una coltura che ha delle ottime caratteristiche agronomiche, richiede bassi input chimici, in molte zone del nostro paese non ha bisogno di acqua irrigua ed ha una elevata capacità di competere con le infestanti.
La sperimentazione condotta e descritta in questa tesi rientra nel progetto “Azione pilota relativa alla coltivazione, trasformazione e commercializzazione della canapa a scopi produttivi e ambientali: sviluppo della filiera agro-industriale della canapa da fibra in Toscana”, finanziato dall'ARSIA. In particolare sono state condotte, durante due anni di sperimentazione, una serie di prove di campo su superficie parcellare al fine di studiare le caratteristiche agronomiche, biometriche e produttive di alcune varietà monoiche e dioiche di canapa da fibra, sia di origine italiana che di origine francese. Le varietà oggetto della sperimentazione sono state: Carmagnola, CS, Fibranova, Red Petiole, Pop 1, Pop 2, Pop 3, Pop 4, Pop 5, Felina 34, Futura 75, Carma e Codimono. Le prove sono state condotte in pieno campo, su parcelle di 20 m2 seguendo uno schema sperimentale a blocco randomizzato con 4 replicazioni. Al momento della raccolta, su ciascuna area di saggio all’interno di ciascuna parcella, sono stati rilevati i seguenti parametri:
* numero di piante presenti;
* peso della biomassa;
* peso degli steli defogliati;
* peso delle foglie;
* altezza delle piante;
* diametro basale degli steli;
* contenuto in THC;
* resa in fibra.
Su un sub campione è stato calcolato il rapporto ponderale corteccia/stelo, sia sul peso fresco che sul peso secco.
I risultati della sperimentazione svolta hanno messo in evidenza una buona vocazionalità e potenzialità produttive della Toscana litoranea nella produzione della canapa da fibra. Di fatto, le produzioni ottenute nella pianura pisana in asciutto (17,7 t ha-1 di steli secchi in media) non hanno nulla da invidiare alle rese ottenibili nelle aree più vocate del Nord Italia. Grazie alla naturale freschezza del terreno la canapa ha mostrato notevole vigoria e ritmo di crescita, raggiungendo a fine ciclo un’altezza media di 270 cm.
Il raffronto fra le performance produttive delle varietà dioiche e delle varietà monoiche ha evidenziato come le monoiche abbiano presentato una più elevata densità d’investimento (+12%). Al contrario, le dioiche hanno mostrato maggiore altezza delle piante (+30% circa), maggiore produzione di sostanza secca epigeica (+8,3%), maggiore produzione di steli secchi (+19,1%) e maggiore resa in fibra (+8%), espressa come rapporto fra peso della fibra estratta e peso steli.
Nell’ambito del gruppo delle cultivar dioiche le varietà storiche Carmagnola, CS e Fibranova sono risultate particolarmente idonee all’ambiente considerato ed ancora molto competitive. Fra le cultivar di recente acquisizione si sono distinte soprattutto Pop 3, Pop 1 e Pop 2. Queste ultime, unitamente alle vecchie varietà, hanno mostrato buona tolleranza agli stress idrici, notevole resistenza alla prefioritura, elevata competitività verso le infestanti e ottima rusticità.
Tutte le varietà sperimentate ed in particolare CS, Fibranova, Carmagnola Pop 1, Pop 2, Red Petiole e Pop 4, grazie ai loro bassissimi contenuti di THC, hanno offerto le massime garanzie ai fini della liceità della coltivazione.
Sulle due cultivar monoiche italiane è difficile dare un giudizio di merito poiché ancora instabili geneticamente, esse dovranno prima essere sottoposte ad ulteriore selezione per fissare bene nelle loro popolazioni il carattere monoicismo.
Fra le due varietà monoiche francesi quella maggiormente adattabile alle condizioni italiane è indubbiamente Futura 75, anche se risente molto più delle cultivar italiane dello stress idrico.


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